Agli esami con gli studenti: le discipline matematiche sono
quelle che considerano più ostiche
‘Allora, sei preparato?’. Un secco interrogativo nel quale, inevitabilmente, finiscono per concentrarsi aspettative, speranze e paure degli universitari in sessione d’esame. A Palazzo Pacanowski risuona di aula in aula, in un vociare di sottofondo che pervade i corridoi tra il fruscio degli appunti sfogliati per l’ennesima volta. A testare la propria preparazione, il 31 gennaio sono in molti. “Stamattina in metro cascavo dal sonno e ho avuto bisogno di due caffè per riprendere conoscenza!”. Pasquale Cerqua, matricola di Economia Aziendale, è nel giardino antistante la grande aula A.B.2, 253 posti vista mare, quasi tutti occupati, in attesa di sostenere lo scritto di Metodi di matematica applicata. Si dice tranquillo, a dispetto delle apparenze: “Un po’ di ansia pre-esame è naturale, però sono abbastanza consapevole della mia preparazione visto che l’ho testata sfruttando varie prove ed esercitazioni messe a disposizione dal docente. Questo esame, in realtà, l’avevo già tentato a dicembre, senza successo. Venendo dal classico ho scontato alcune lacune, soprattutto a livello di limiti, funzioni e lettura di grafici. E così ho dovuto rimboccarmi le maniche e prendere delle lezioni private”. A dicembre è caduto anche su Diritto Privato, “ma ammetto di non essermi impegnato abbastanza” mentre è stato più fortunato con Economia Aziendale che invece ha superato con successo: “In fondo siamo appena all’inizio. Evidentemente la fase di rodaggio non è ancora terminata”. Daniele Di Mare è nella medesima fase. Sta scontando l’aver seguito poco le lezioni: “sono un pendolare, ho difficoltà a raggiungere la sede”. Insieme alle compagne di corso Carmen Caiazzo e Marcella De Crescenzo sta provando a ripetere gli ultimi argomenti a pochi minuti dall’inizio della prova. “Ma ormai i giochi sono chiusi”, commenta laconica Marcella. I tre raccontano di essere caduti nel tipico tranello che il passaggio scuola-università riserva a tutte le matricole: “La gestione dello studio in totale autonomia. Durante il semestre abbiamo seguito poco e in maniera discontinua e alla fine ci siamo ritrovati con tre libroni da memorizzare in pochissimo tempo”. Rimarcano, però, l’adesione alla scelta di Economia Aziendale sulla scia di una curiosità verso l’ecosistema-azienda comprensivo di tutto ciò che si muove al suo interno. “Anzi – precisa Carmen – Io ho rifiutato il diciotto in questa materia . È la più importante del nostro Corso e almeno le basi vorrei fossero solide. Sicuramente, comunque, nel secondo semestre ci comporteremo diversamente”. Nell’aula A.B.2, a confronto con la sua nemesi, la matematica, c’è anche Pasquale Cafiero, secondo anno di Economia e Commercio, al secondo tentativo: “L’anno scorso non è andata proprio”, ammette. Funzioni e lettura di grafici, i principali ostacoli: “purtroppo la materia non mi fa impazzire nonostante la prof.ssa Chiara Donnini sia sempre metodica nelle sue spiegazioni e condivida tanto materiale con cui esercitarsi e approfondire i concetti più ostici”. Esercitazioni e lezioni private, anche per lui, il plus con cui spera di superare l’ostacolo in questa sessione. A metà mattina terminano le prime prove. Michele Gargiulo, terzo anno di Management delle Imprese Turistiche, è seduto nell’atrio insieme ad altri studenti: “Stiamo aspettando il risultato dello scritto di Organizzazione delle imprese turistiche che dovrebbe arrivare via email nelle prossime ore”, dice. Il senso di attesa è palpabile. “Il test consisteva in cinque domande a risposta aperta su conoscenze, gruppi, forma divisionaria integrata, forme imprenditoriali e contratti. Le prime due erano semplici mentre sulle ultime tre, davvero molto specifiche, a mio parere c’era ben poco da dire. Forse non ci aspettavamo queste domande, almeno stando alle prove somministrate in precedenza”.
Un supporto le prove intercorso
Ormai in dirittura d’arrivo, il gruppo discute sulle opportunità nel post lauream. Se una delle studentesse in attesa dichiara categorica di voler chiudere i libri, è Michele, invece, a spezzare una lancia a favore del prosieguo degli studi: “La Triennale non vale molto: il privato è incerto e in quasi tutti i concorsi serve la Magistrale. E poi, dopo aver impegnato tre anni della propria vita, tanto vale tenere duro ancora un po’. Ma credo che non continuerò alla Parthenope”. Nell’altra ala di Pacanowski Adriana Sautariello mangia un frutto al sole. È una matricola di Management delle Imprese Internazionali e ha appena sostenuto Metodi di matematica applicata. Lettura di un grafico, due esercizi, uno sui logaritmi e l’altro sulla curva di Gauss, il suo compito. “A novembre avevo sostenuto la prima prova intercorso, poi persa perché sono mancata alla seconda. Quindi ho tentato l’intero esame a dicembre e non è andata. La prima bocciatura della mia vita è stata una doccia freddadalla quale, però, è venuta la spinta a dare di più. E in ogni caso non sono l’unica ad aver vissuto un’esperienza del genere. Stamattina in aula eravamo una cinquantina e molti avevano alle spalle almeno una bocciatura”. Inutile negare, quando si viene bocciati “bisogna fare tabula rasa e ristudiare tutto il programma dall’inizio. Il prossimo passo sarà l’orale il 12 febbraio, quindi temo che per i risultati dello scritto dovremo aspettare. Ma stavolta sono più fiduciosa, nonostante la suspense”. Decisamente meno positiva Filomena Napoletano, Statistica e Informatica per l’Azienda, la Finanza e le Assicurazioni, che, giù di corda, ripete più volte: “So che dovrò riprovare. Nel mio compito c’erano esercizi sul sistema lineare, che padroneggio abbastanza, e integrali e studio di funzione su cui invece sono molto carente. Non mi è stato neanche possibile sbirciare gli appunti perché l’assistente della docente passava tra i banchi. È il mio primo esame ed evidentemente non ho ancora capito bene come funziona”. Diverso l’approccio di Paola Di Palo, primo anno di Scienze dell’Amministrazione, dell’Organizzazione e Consulenza del Lavoro: “Stamattina – precisa – ho l’orale di Diritto Pubblico. Sono nervosa perché è il mio primo esame ma, avendo sostenuto due prove intercorso, sarò interrogata solo sugli ultimi quattro capitoli del manuale. E lo stesso vale per l’esame di Sociologia che ho prenotato a febbraio”. Pollici in su, dunque, per questo strumento: “Le prove intercorso ci aiutano a snellire i programmi e a testare la preparazione. Io ne ho tratto beneficio visto che mi hanno spinta a studiare giorno per giorno, praticamente come se fossi ancora a scuola”. Passano gli anni e, anche in sessione d’esame, aumentano le responsabilità. Roberta Russo, al terzo anno di Economia Aziendale, ne è testimone. A lei tocca aspettare i risultati dello scritto di Matematica finanziaria, “un esame complesso che presuppone buone basi di matematica e finanza”. Ammortamento, l’argomento su cui su cui si è sentita più preparata, la duration di un titolo o di un portafoglio, quello che l’ha messa in difficoltà, puntualizza: “Al terzo anno ci sono tanti corsi e difficilmente si riesce a seguire tutto con la stessa attenzione. Io, comunque, sono soddisfatta. Degli anni scorsi mi manca solo Diritto Commerciale”.
Carol Simeoli