HomeAtenei SudUniv. L'OrientaleInsegnare le lingue: università e scuola, due mondi a confronto

Insegnare le lingue: università e scuola, due mondi a confronto

Ciclo di incontri rivolto agli studenti di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe

La professione dell’insegnante attrae un altissimo numero di studenti e neolaureati dell’ambito linguistico ma comprenderne a fondo complicazioni, pregi e specificità non è sempre facile. Per rispondere ai dubbi degli studenti,  consentire loro di confrontarsi con docenti dall’esperienza pluriennale e mostrare nuove strategie e strumenti a supporto della docenza, L’Orientale propone un ciclo di seminari dal titolo “L’insegnamento delle lingue nella scuola” nel contesto dei crediti formativi delle Altre Attività. L’iniziativa è riservata agli studenti del Corso di Laurea Triennale in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe (EA) ed è stata fortemente voluta e sostenuta dalla prof.ssa Francesca De Cesare che ne è la Coordinatrice. “Gli studenti ascolteranno una pluralità di voci. Ogni incontro vede la presenza di un/una docente universitaria insieme a un/una insegnante delle scuole secondarie di primo o di secondo grado. Si tratta di un lavoro sinergico tra il mondo universitario e quello della scuola in cui ognuno partecipa raccontando la propria esperienza. Questo anche grazie a un passato lavorativo ibrido tra queste due realtà sia dei nostri professori che dei nostri ospiti. Ad esempio, io sono stata insegnante di ruolo per diversi anni prima di iniziare all’università, la prof.ssa Daniela Natale, ora impegnata nella scuola, ha un dottorato e quindi esperienza nell’ambito accademico”, spiega la prof.ssa Antonella Napolitano, docente di Lingua Inglese e referente dell’iniziativa. Tutti gli incontri si terranno on-line sulla piattaforma Microsoft Teams, dalle 16 alle 18. Al primo appuntamento, venerdì 3 marzo, parteciperanno la prof.ssa Maria Cristina Aiezza de L’Orientale, con un intervento dal titolo ‘Come progettare lezioni di lingua per la scuola secondaria’ mentre per la scuola ci sarà la prof.ssa Bernadette Morelli, dell’I.C. Filippo Palizzi di Aversa, con un intervento dal titolo ‘Insegnare in una scuola secondaria in Italia: Un lavoro multitasking’. Gli incontri continueranno per tutto il mese, per un totale di dodici ore“Cercheremo di smontare alcuni concetti preconfezionati spesso associati a questa professione, da quello di classe ideale a quello di scuola difficile. La classe ideale non esiste ma è qualsiasi classe con cui ci si trova a lavorare ogni giorno, come non esistono le scuole difficili. Esistono zone che potremmo considerare più complesse, ma sono le esperienze delle e dei docenti che hanno poi un impatto sugli studenti”, continua la prof.ssa Napolitano che il 9 marzo parlerà de ‘Il linguaggio della pubblicità nell’insegnamento dell’inglese’. Un argomento che attira la curiosità degli studenti: dalla televisione, ai cartelloni, ai social media, siamo costantemente soggetti a qualcuno che ci vuole vendere qualcosa. È un mezzo molto pervasivo e anche i messaggi apparentemente più innocui celano numerosi strati di significato. Imparare a decodificarli, imparare ad esserne consapevoli, è una competenza importante per vivere e comprendere la società”. Altri temi che verranno trattati sono le nuove strategie di progettazione didattica e come le tecnologie possono supportare la docenza. L’esperienza della didattica a distanza durante la pandemia ha dato una notevole spinta all’utilizzo di questi strumenti, portando talvolta forzatamente gli insegnanti a imparare il funzionamento di software, applicazioni e mezzi sconosciuti. Rimanere aggiornati sugli strumenti che più incuriosiscono i giovani e permettono una partecipazione attiva alla lezione, anche dopo il ritorno in presenza, è fondamentale per una scuola 2.0.

L’accesso all’insegnamento dal punto di vista professionale vede cambiare continuamente le regole. Solo qualche anno fa dopo la laurea si doveva conseguire il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), sostituito poi dall’obbligatorietà dei 24 CFU nell’ambito della didattica, fino all’attuale fase di stallo in attesa di capire quale nuova impostazione darà la normativa ministeriale all’argomento. Il trasformismo burocratico, tuttavia, non cambia il fatto che esistono competenze disciplinari imprescindibili per la didattica ad ogni grado. Su queste competenze si costruisce il percorso di formazione universitario della figura professionale dell’insegnante, un percorso che cerca di tenersi aggiornato dal punto di vista amministrativo oltre che accademico. “Abbiamo coniugato la presenza di docenti di scuole medie e superiori a quella dei docenti universitari anche nell’ottica di valutare l’adeguatezza della nostra offerta formativa rispetto al lavoro con cui i nostri laureati si confronteranno. Inoltre, di primaria importanza è la possibilità per i ragazzi di confrontarsi con ex studenti, oggi professionisti nell’ambito dell’educazione”, commenta il prof. Michele Costagliola d’Abele, docente di Lingua Francese. “L’Orientale è da sempre attenta alla tematica dell’insegnamento delle lingue, per suo naturale indirizzo accademico, e alle nuove strategie didattiche. Un esempio concreto ne è il Centro Studi sull’Apprendimento e le Didattiche Disciplinari – CSADD, di cui faccio parte come ricercatore insieme alla presidente, la prof.ssa Anna De Meo. Il prof. Costagliola nell’incontro del 14 marzo parlerà di ‘Oulipo sans frontières: Apprendere/insegnare la lingua e la letteratura straniera con la scrittura creativa’. Un approccio stimolante ancora poco usato nell’ambito scolastico di grado superiore ma dalle interessanti possibilità applicative. “Presenterò un movimento culturale francese che fa ricorso alla scrittura creativa e ad alcuni specifici esercizi utili al raggiungimento di obiettivi sia culturali che linguistici. In questo esercizio di letteratura potenziale non si aspetta l’ispirazione ma si applicano delle precise regole di scrittura creativa che, paradossalmente, riescono a spingere lo studente a sviluppare un processo immaginativo che lo porta a creare qualcosa. Non esiste in questo metodo il blocco della creatività, perché è un’applicazione logica e metodica di alcune regole prestabilite. La creatività, se c’è, è insita nello studente e questo è uno dei metodi che può aiutare il docente a portarla fuori”.

Agnese Salemi

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