Sei Corsi di Laurea Triennale, tre Dipartimenti, 39 lingue insegnate, 10 mila studenti: la carta d’identità de L’Orientale
L’anticamera del viaggio fisico verso la conoscenza globale del mondo: questo è L’Orientale. Un baluardo che conserva la memoria culturale di ciò che è accaduto e al tempo stesso una torre di controllo dalla quale scrutare gli indizi sui mutamenti in atto. La missione: raccogliere le sfide della contemporaneità. La prima, come ente di formazione, sarà “consolidare le proprie conoscenze e uscire con forza in città, regione e Paese”, ha affermato il Rettore, prof. Roberto Tottoli, in carica dal novembre 2020. Una dichiarazione d’intenti che si interseca con il messaggio rivolto agli studenti del prossimo anno. “I nostri percorsi aprono tantissime porte: studiare qui è un’avventura che cambia la vita e la visione del mondo”.
Attraverso le lenti di ingrandimento delle lingue – ben 39, quelle insegnate, con il vietnamita ultima new entry – delle relative culture, letterature e filologie; e ancora dell’archeologia, delle scienze sociali e politiche. Ed è attraverso questi canali d’accesso che l’Ateneo si proietta verso aree vastissime del globo, spesso sconosciute ai più: un lungo filo rosso lo lega – grazie a rapporti e convenzioni internazionali – con l’Estremo, Medio e Vicino Oriente, l’Europa e le Americhe, per finire con l’Africa.
Un patrimonio enorme, che si articola in sei Corsi di Laurea Triennali, ognuno con le proprie peculiarità, e tre Dipartimenti: Civiltà antiche e archeologia: Asia, Africa e Mediterraneo (oggetto di un cambio di ordinamento), Lingue e Culture orientali e africane (Dipartimento Asia, Africa, Mediterraneo); Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali); Lingue e Culture Comparate, Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe, Mediazione Linguistica e Culturale (Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati).
A queste, si legano direttamente nove Magistrali. Tutte le Triennali sono ad accesso libero. L’unico sbarramento riguarda l’eventuale scelta dell’inglese come lingua curriculare: in questo caso è obbligatorio sostenere un test (quarta sezione del Tolc@Casa). “Uno studente, qui – continua il Rettore – trova insegnamenti linguistici e materie che vanno dalla storia alla contemporaneità, con tutte le tematiche relative al presente. La nostra è una visione che va dai tempi antichi – ad esempio con l’archeologia, viste le tante missioni che conduciamo in tutto il mondo – fino all’analisi della situazione politica attuale. Per fare tutto questo, negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato risorse, personale e discipline”. Non solo.
“Uno sforzo importante” per migliorare i servizi agli studenti
Il Rettore, tra criticità e novità, tira anche le fila dell’anno accademico che si avvia alla conclusione, in vista del futuro prossimo. “Da diverso tempo stiamo facendo uno sforzo importante, con il concorso di tutti, per rafforzare i servizi offerti agli studenti, che sono oltre 10mila. Stiamo ricevendo feedback positivi per il ticketing segreteria. Abbiamo inaugurato lo scorso 27 giugno un nuovo portale internet – che è molto più accessibile”. Sulla questione generale relativa alla disorganizzazione denunciata tante volte dagli studenti – caratteristica famigerata de L’Orientale – il Rettore prova a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Stiamo lavorando per una contro-narrazione sulle difficoltà nel reperire informazioni. L’intenzione è ridestare regole precise per risolvere una serie di problemi che afferiscono ad una zona grigia fatta di ritardi che creano problemi alle carriere degli studenti”.
Bene le dichiarazioni programmatiche: i fatti confermeranno o smentiranno l’inversione di tendenza. Di recente, inoltre, l’Ateneo ha pubblicato dati Almalaurea. Tra questi ne spicca uno: il 63,8% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari. Numeri positivi, se non fosse che la chiave di lettura deve essere doppia, come conferma lo stesso prof. Tottoli. “Da un lato, considerando i tirocini, il dato è positivo perché serve interfacciarsi quanto prima con il mondo del lavoro. Dall’altro, gli studenti, durante il percorso universitario lavorano per mantenersi. E in questo caso i redditi non sono certamente soddisfacenti”. Si lavora – spesso in condizioni di sfruttamento – per mantenersi. Risultato: gli studi rallentano.
La carenza di spazi
“Il campus sociale” – così definito il complesso di tutte le strutture di cui dispone l’Ateneo – si irradia nel cuore del centro storico di Napoli con le sue cinque sedi – una volontà precisa dei vertici accademici, ribadita più volte su queste pagine. Ma la scelta di stare in pieno centro presenta ogni anno un conto salatissimo: la carenza cronica di spazi. Che sono affollati – per usare un eufemismo – e poco fruibili. L’acquisto in comodato d’uso del Complesso Monteverginella, avvenuto durante l’anno accademico in corso, ha solo bendato la ferita – che resta sguarnita. E la cicatrizzazione può avvenire solo con l’acquisto di un immobile capiente, sul quale l’Ateneo, stando alle parole di Tottoli, sarebbe in dirittura d’arrivo: “entro fine anno contiamo di chiudere qualche trattativa”. Più facile a dirsi che a farsi: “Burocrazia, tavoli infiniti ai quali partecipare e i tanti attori coinvolti ci provocano un rallentamento incredibile”.
Nel frattempo, oltre a cantieri di rimessa a nuovo programmati per dopo l’estate, a Palazzo Giusso L’Orientale dovrebbe recuperare due aule capienti “negli spazi finora occupati dall’associazione 081. Abbiamo discusso per due anni e siamo arrivati ad una sorta di convenzione”.
E se si parla di spazi, è doveroso fare riferimento ad una problematica ben più ampia: l’immane crisi degli alloggi. Nei mesi scorsi proprio gli studenti del sindacato Link – che ha la sua roccaforte napoletana nell’Ateneo fondato da Ripa – si sono uniti alla protesta diffusa nelle Università italiane per denunciare i prezzi altissimi di quelle poche stanze che ancora non sono state dirottate sul turismo di massa – che ha invaso le grandi città.
“Gli studenti hanno perfettamente ragione – conclude il Rettore – noi ci siamo mossi prendendo visione di spazi e attingendo a risorse Pnrr: i progetti ci sono. Inoltre, la nuova direzione Adisurc è molto sensibile. Ma anche in questo i tempi non sono brevi a causa della burocrazia”. A domanda diretta sui soggetti che dovrebbero accelerare, aggiunge: “Tutti”. “Si sa che molti palazzi sono inutilizzati o non utilizzati per intero”. Tradotto: al netto di dichiarazioni di ‘solidarietà’, nessuna novità concreta all’orizzonte.