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Policlinico: una giornata con gli studenti

Aule studio prese d’assalto, c’è chi preferisce prato e gazebo. Problema irrisolto: i servizi igienici

“Certo che il Policlinico è proprio bello – esclama Giuliana, studentessa di Medicina al terzo anno – Ti cala in una realtà che, per quanto forse un po’ caotica, è emblematica del tuo futuro professionale”. È prima mattina e gli edifici di via Pansini stanno lentamente accogliendo gli aspiranti camici bianchi in procinto di seguire le lezioni o cercare un posto in cui studiare. “Però qualche intervento di aggiusto andrebbe perseguito – le fa eco il collega Francesco – basta una sola occhiata per rendersi conto che tutti i palazzi sono ormai vetusti, con qualche acciacco strutturale anche nelle auleIn particolare i bagni, nella maggior parte degli edifici, fanno acqua da tutte le parti”. E non è un gioco di parole. “Bisogna adattarsi”, commenta un gruppo di matricole del canale A. Seguono all’Edificio 6, a detta degli studenti uno dei migliori, rimodernato pochi anni fa in concomitanza con l’apertura del Corso in Medicina in inglese ospitato lì. La nostra aula, la A da 303 posti – racconta Marina Petrillo – è molto funzionale. Oltre al grande proiettore dietro la cattedra, ne ha altri due più piccoli in alto di fronte alle sedute del piano rialzato e così, ovunque ci sediamo, riusciamo a vedere le slide comodamente”. Le aule destinate agli studenti di Medicina sono dotate di beacon per la rilevazione automatica delle presenze. È una novità introdotta circa un anno fa, funziona? “Visto che lo scopo era portare più gente in aula, sì – risponde Marina – Ma da poco ne hanno abbassato la frequenza, quindi spesso non rileva subito la presenza per cui dobbiamo agitare il cellulare in aria per diversi minuti”“La misura – precisa Matteo Carotenuto – serve ad evitare che i furbetti riescano a marcare la presenza dall’esterno dell’aula senza entrare e rimanere a seguire la lezione”.

I due studenti stanno sfogliando i loro grossi manuali nello spazio studio antistante il corridoio delle aule. “Si sta bene – confermano – l’ambiente è tranquillo, a differenza di altri edifici in cui c’è confusione, luminoso, ma capita di trovare i banchi ancora sporchi dal giorno prima. Per fortuna adesso abbiamo di nuovo le macchinette, ben fornite, per prendere un caffè o uno snack al volo. Nel primo semestre erano state rimosse a causa di problemi burocratici con la ditta e per il caffè ci organizzavamo a turno con i thermos”. “L’unica cosa – aggiunge Gaia Borriello – è il wi-fi. Quando prende è potente, ma spesso non c’è verso di farlo funzionare. Matricola del canale B, “seguo al 14, ma preferisco studiare al 6. L’ala studentesca dell’Edificio 14 è piuttosto trasandataNell’aula in cui seguiamo, invece, andrebbe sistemato meglio l’audio perché in alto la voce del professore non si sente bene, quindi a casa bisogna recuperare dalle registrazioni”All’Edificio 14 fai la corsa al posto nello spazio studio. Le porte vengono aperte alle 8:00 e alle 8:03 le poche sedie a disposizione sono già tutte occupate”, informano Andrea Esposito e Anna Panico. Insieme al resto del loro gruppo, però, scherzano affermando “che è una situazione tipica di ogni sede universitaria che si rispetti. I problemi sono altri”. Indicano la parete alle loro spalle, dove si stagliano delle macchie e delle crepe, accompagnate da caduta di intonaco, che a prima vista sembrerebbe dovuta ad una infiltrazione, “poi molte delle sedute in corridoio hanno i banchetti rotti e le prese della corrente lungo il muro sono collocate talmente in alto da essere inservibili”. Tutti i frequentatori dell’edificio, però, lamentano un disservizio in particolare: I bagni, soprattutto quelli delle donne. Su tre, uno non funziona, negli altri non si scarica e dimentichiamoci acqua e sapone, in realtà fattore comune a tutti i servizi igienici delle aree studentesche, comunque appannaggio dei vari frequentatori del Policlinico”.

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