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Partono le campagne di scavo per gli studenti di Archeologia

Campagne di scavo per gli studenti Triennali e Magistrali dei Corsi di Laurea in Archeologia. Così come per i dottorandi di ricerca e gli specializzandi.
Aprile e maggio, poi di nuovo a settembre e ottobre. Un totale di 15 persone, tutte pronte a prendere i ferri del mestiere e partecipare alle Campagne, “nella speranza, soprattutto i primi, che imparino come si lavora in questo ambiente”, dice la prof.ssa Bianca Ferrara, docente di Archeologia classica a capo delle operazioni. Destinazioni: Crapolla (Massa Lubrense) e Gela, in Sicilia. Nel primo caso, ci sarà una prima fase di ricognizione sul territorio, “alla ricerca di tracce di insediamento”. L’ultima settimana di aprile, quella buona per l’attività preliminare, poi a settembre lo scavo vero e proprio. La titolare di cattedra ne racconta genesi e scopi. “Il progetto di ricerca di Crapolla è nato dal Dipartimento di Architettura, nella persona della prof.ssa Valentina Russo, in accordo con il Comune. L’idea è stata quella di valorizzare l’Abbazia di San Pietro. In seguito siamo stati coinvolti anche noi, che abbiamo chiesto la concessione dello scavo al Ministero della Cultura. Dal 2016, ogni anno, mettiamo su Campagne per individuare tracce di insediamenti greci e romani, cioè per recuperare informazioni sulle fasi più antiche del territorio intorno all’Abbazia, che è benedettina, quindi più recente”. E, naturalmente, gli studenti saranno coinvolti in ogni fase dell’operazione, che vale come tirocinio: dallo studio del territorio allo scavo vero e proprio; dalla catalogazione dei reperti alla consegna della documentazione scientifica a Ministero e Sovrintendenza. Sull’altro fronte, quello in terra siciliana, che avverrà in due momenti diversi (15 giorni a metà maggio e poi altrettanti a ottobre), l’obiettivo sarà scavare nell’Area Archeologica Demaniale Bosco Littorio (con il quale c’è una convenzione), dove ci sarebbero tracce “di un emporio arcaico del VI secolo a.C.”. Ferrara poi aggiunge: “In questo caso riprendiamo uno scavo già condotto diversi anni fa, intervenendo per definire i confini dell’insediamento, perché non è stata scavata tutta l’area”. La docente, a proposito dell’operazione in terra sicula, sottolinea l’elemento più interessante: “Essendo sul mare, probabilmente quest’area ha conosciuto scambi, arrivi e partenza di navi. Si portavano via oggetti fatti a Gela e ne arrivavano altrettanti da altri luoghi”. Nemmeno a dirlo, come a Crapolla, anche in questo caso “i ragazzi saranno coinvolti ad ogni livello, nell’augurio che queste esperienze possano servire loro per il futuro”.


Tutto pronto anche per le Indagini Archeologiche 2023 in Campania (giugno), Sicilia (luglio) ed Etruria (ottobre), responsabile scientifico il ricercatore di Topografia antica Rodolfo Brancato, nel mondo federiciano da un anno e mezzo – “ne sono onorato”, dice. Al netto delle peculiarità di ogni singolo scavo, tutti sono accomunati da un filo conduttore esperienziale. “Le indagini che ci apprestiamo a fare – spiega Brancato – sono un modo per assorbire nuove competenze e conoscenze diverse”. Questo, prosegue, “per far sì che possa esserci un avanzamento nella conoscenza dei contesti e una crescita professionale. I ragazzi imparano a lavorare in team, ad affrontare problematiche logistiche. Soprattutto, accumulano competenze utili per il futuro lavorativo che stanno alla base tanto della ricerca pura che della libera professione”. L’altro fil rouge, di natura metodologica: “l’applicazione di metodi di indagine topografica e archeologica, rispetto alle quali tutto ruota intorno al paesaggio contemporaneo”. Questo l’obiettivo insito che il team federiciano proverà ad instillare nei propri studenti: provare a rintracciare i segni della storia, “capirli, attraverso metodi e strumenti non invasivi come droni, il rilievo”. Per Brancato, la comprensione intima e al tempo stesso scientifica dei luoghi scelti passerà tutta dallo “sforzo di guardarci attorno e decifrare il modo in cui il territorio si organizza, come vengono percepiti i monumenti dalle comunità che vivono in quei luoghi e con le quali dialogheremo”. Il cronoprogramma è assai intenso. Una ventina tra studenti e dottorandi partiranno tra fine maggio e giugno per Atella, tra i Comuni di Sant’Arpino e Frattaminore, per un progetto di Archeologia pubblica, in collaborazione con le Sovrintendenze di Caserta e dell’area Metropolitana di Napoli. “Sarà un’occasione per ragionare sulla storia di questa città romana attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni e comunità locali, del mondo dell’associazionismo, della scuola”. Dal 2 al 29 luglio per il team – che coinvolgerà circa 10 persone – la base sarà Siracusa. In particolare l’area del Santuario di Giove Olimpico, “di grandissima importanza nel contesto del Mediterraneo antico e, inoltre, il santuario extraurbano più rilevante della città”. Qui, la squadra “avvierà indagini non invasive (voli con droni, rilievi architettonici e topografici, grafici) nelle quali saranno pienamente coinvolti gli studenti. Quindi nella catalogazione, lo studio dei materiali, scavo e documentazione topografica”. La Campagna, come da programma, si concluderà in Etruria Meridionale, in corrispondenza della bassa valle del fiume Fiora, a sud del lago di Bolsena, dove circa 10 persone di recheranno ad ottobre. “Assieme al collega Marco Pacciarelli (docente di Preistoria e Protostoria, ndr) faremo una ricognizione archeologica di superficie e aerea”. A differenza degli altri due siti, in questo caso “saremo in aperta campagna, lontano dai centri abitati. Cammineremo sui terreni arati alla ricerca di reperti e contemporaneamente, con i droni, proveremo a leggere i segni del paesaggio, eventuali anomalie”.


Claudio Tranchino

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