HomeAttualitàDai Big Data alla lovotica: un percorso per comprendere la rivoluzione digitale

Dai Big Data alla lovotica: un percorso per comprendere la rivoluzione digitale

Dai Big Data alla lovotica: un percorso per comprendere la rivoluzione digitale

Big data, ipertesto, Google e robot. Quattro parole; quattro capisaldi per ‘Capire il digitale’, tra ‘storie, film e libri’. Quattro chiavi d’accesso che sono i punti di partenza dell’omonimo ciclo di conferenze che avrà luogo nella Biblioteca Pagliara e online tra il 24 maggio e il 12 ottobre (quattro incontri totali) a cura del prof. Stefano De Luca, membro del comitato scientifico assieme ai docenti Lucilla GattGianluca Genovese e Paola Villani.

Un’occasione, ha detto proprio De Luca ad Ateneapoli, “per offrire alla città un percorso di alfabetizzazione digitale, che generi consapevolezza rispetto ad uno strumento pervasivo”. Per una ragione non così scontata: di questo mondo, cioè del ‘continente digitale’, “se ne parla moltissimo, tutti i giorni, ma la conoscenza effettiva è assai superficiale”. Uno dei tanti temi, che da diversi mesi a questa parte sentiamo e leggiamo ovunque, è quello relativo a Chat-gpt, cioè l’Intelligenza Artificiale. “Anche in questo caso, se ne sa molto poco, per esempio del grande passaggio dall’impostazione logico-formale al machine learning, ovvero l’apprendimento automatico, un salto che ha prodotto risultati straordinari, della differenza tra web e internet”.

Ebbene, prosegue il docente, su tutti questi argomenti che ci riguardano da vicino, anche se talvolta poco tangibili, “ci sono ottimi libri, storie o film, penso a Ex Machina, che introduce pure Il Test di Turing (un criterio che serve a determinare se una macchina sia in grado di pensare, ndr), come funziona e a cosa serve”. Se questo è l’orizzonte generale del ciclo, De Luca spende qualche parola anche per raccontare la specificità dei quattro incontri, ognuno dei quali avrà un proprio relatore.

Il primo, nemmeno a dirlo, riguarderà i Big data e sarà tenuto proprio dal docente responsabile. “Ne racconteremo la storia. I primi ammassi di dati emergono agli inizi degli anni ’90, in genomica e astronomia. Per capirne la portata, basta pensare ad un telescopio statunitense dell’epoca che in pochi mesi raccolse più dati di quanto non avesse fatto l’astronomia fino a quel momento. Ogni giorno ne produciamo una quantità inverosimile tramite social, transazioni, spostamenti. Anche per questo fanno paura, perché sembrano prefigurare un mondo di tracciamento costante”.

Ad inizio giugno, al dott. Francesco Romano Fraioli toccherà discutere di Ipertesto“Parleremo di Ted Nelsonuno degli eroi meno noti del digitale. A lui dobbiamo l’ipertesto. Il web, quando è nato, era un’immensa rete autostradale accessibile ad auto di milioni di euro, ovvero militari e grandi centri di ricerca. L’arrivo di internet l’ha reso aperto a tutti”. Affatto casuale, la coincidenza tra tema e data del terzo incontro: Google compirà 25 anni il prossimo 27 settembre. “Qui parliamo di una start-up nata dalla mente di due giovani studenti universitari che in pochi anni l’hanno portata a diventare un colosso. A tal punto che ne è derivato anche un verbo, googlare”.

Ma la storia di Google non è solo questo, il vero focus dell’incontro sarà il modello di business che ha generato. “Nacque con intenti puri, poi i due capirono che poteva diventare una macchina da soldi. E, soprattutto, solo apparentemente è gratis. Google, come i social, non sono affatto gratuiti. Ogni giorno noi vendiamo milioni di dati e non ci facciamo quasi caso. Perché sono seduttivi, utili, appagano l’impazienza di fruire di un contenuto”. Per far capire di cosa questo significhi effettivamente, De Luca porta un esempio da brividi: “È come se stipulassimo un contratto con un idraulico al quale, in cambio di lavori in casa gratis, consentiremmo di frugare nei nostri cassetti e armadi”. L’ultimo appuntamento, a cura della prof.ssa Lucilla Gatt, sarà su ‘Robot e amorealla frontiera della lovotica’. “Parliamo di sistemi di assistenza nella cura e chissà cosa potrà accadere in prospettiva. Ci troviamo su un confine estremo”.

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