Scienze sociali mette a segno un altro colpo sulla strada per accreditarsi come polo di ricerca su sostenibilità e innovazione. È di pochi giorni fa l’annuncio ufficiale dell’inizio di LoCEL-H2, progetto che impegnerà per ben quattro anni un team del Dipartimento guidato dai docenti Rosanna De Rosa e Ivano Scotti, nelle comunità dell’Ile Boulay in Costa d’Avorio e Ngoni in Zambia, con l’obiettivo di “sviluppare un nuovo sistema di produzione e consumo di energia elettrica e di idrogeno in villaggi non raggiunti da reti elettriche – ha affermato Scotti – In particolare, l’idrogeno servirà per sistemi innovativi da utilizzare in cucina”. Un’iniziativa di altissimo rilievo per la quale sono stati stanziati 10 milioni di euro, in quanto parte del programma Horizon Europe. Nel consorzio internazionale, coordinato dal Commissariato Francese per l’energia nucleare e le energie alternative, sono coinvolte aziende private del settore e diverse università del globo. Tra queste la Federico II, rappresentata proprio dall’ex Facoltà di Sociologia (leader del working package), l’unico soggetto di scienze sociali (l’Ue finanzia progetti che siano multidisciplinari); tutti quanti gli altri partner, compresi gli attori commerciali, sono chiamati ad offrire competenze tecniche. Un grande riconoscimento per il Dipartimento, che “ha maturato buone competenze da un po’ di tempo su questioni di carattere ambientale ed energetico, penso per esempio ad Asset. H2020”. Posto che i primi sopralluoghi dovrebbero avvenire tra luglio e agosto per lo Zambia e settembre per la Costa d’Avorio, quali sono, quindi, queste skills che il team di Scienze sociali è chiamato a portare in Africa per i prossimi quattro anni? E soprattutto, come si svilupperà il lavoro? Qui emerge tutta la complessità del progetto. Le fasi saranno due, con momenti di sintesi intermedi. Nell’arco dei primi due anni il team analizzerà le aree dal punto di vista socio-culturale ed economico per mappare i bisogni e i consumi energetici. Tutti elementi utili per fornire indicazioni ai tecnici, che a loro volta dovranno tarare su quei dati le nuove tecnologie da elaborare. Negli ultimi 24 mesi, invece, si valuterà,in itinere e a valle, l’impatto delle innovazioni sul territorio; se siano state positive o negative e, soprattutto, inclusive. Sulla prima fase: “parliamo di zone molto isolate dai grandi centri, non ci sono sistemi energetici se non pannelli fotovoltaici a disposizione di poche persone. Dunque a noi tocca mappare le attuali pratiche e culture energetiche di queste aree”. Un’ulteriore analisi riguarderà le strutture di potere, perché “ogni società ha delle asimmetrie nell’accesso alle risorse. Per sviluppare innovazioni tecnologiche, dobbiamo capire che ogni elemento che modifica il contesto non esula da queste dinamiche”. Infatti, il progetto coinvolgerà almeno 20 famiglie. Che non possono essere scelte tirando a sorte: “Se viriamo su soggetti che hanno già dei privilegi, rinforzeremo le disuguaglianze. Allo stesso tempo, se optassimo solo per i meno abbienti potremmo creare delle conflittualità. Per tutti questi motivi è fondamentale comprendere gli elementi culturali, sociali e di potere”. Un lavoro che, per essere svolto al meglio, ha spinto il team a rivolgersi alla grande tradizione di africanistica de L’Orientale. Tornando alle operazioni sul territorio, dopo il confronto con i partner tecnici per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche adeguate, si passerà “ad un’analisi di tipo valutativo, cioè svilupperemo strumenti di rilevazione per capire come cambia il contesto con l’implementazione delle nuove soluzioni, come abbia agito l’innovazione e se si possano suggerire ulteriori elementi per una transizione inclusiva, che è la vera parola chiave dei progetti europei”. In prospettiva, date le risorse cospicue, è previsto anche un rafforzamento del team: si aggiungeranno tre figure Junior (contrattisti) e una figura senior, da mettere a bando. Attualmente sono già attivi, oltre a De Rosa e Scotti, anche i docenti Stefano Consiglio, Amalia Caputo, Dario Minervini e Enzo Vinicio Alliegro.
Claudio Tranchino