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Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: l’impegno di “Tor Vergata”

Il nostro Ateneo in prima linea sul contrasto dei disturbi legati al cibo: progetti e divulgazione

Progettualità e informazione sono le parole chiave e la linea di azione che l’università di Roma Tor Vergata sta portando avanti con l’impegno e la professionalità di professoresse e professori nel campo dei disturbi alimentari.

In partenza il 3 febbraio il progetto “CiboAmico” Lifeness: un’équipe fatta di medici specialisti, esperti della nutrizione e chef professionisti incontrano tutti coloro che attualmente vivono un rapporto di disagio con il cibo. Il progetto mira a promuovere l’educazione alimentare per poter ristabilire un rapporto armonico con il cibo, con sé stessi e con la vita.

Il progetto nasce dalla stretta collaborazione tra l‘Università di Roma Tor Vergata, Lifeness, l’Associazione Italiana Chef (che unisce circa 7 mila chef in Italia e nel mondo), il Policlinico Gemelli, Coldiretti/Campagna Amica e Filiera Italia.

Nel team di specialisti c’è Giuseppe Merra, professore associato di Scienze e tecniche dietetiche applicate del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica a “Tor Vergata”. “Porto il mio contributo come nutrizionista esperto di microbiota intestinale” commenta Merra “Infatti all’invito ho voluto prontamente rispondere rappresentando l’istituzione cui appartengo”.

È un progetto di affiancamento terapeutico, con base scientifica, di educazione alimentare-sentimentale, che prevede 10 incontri gratuiti che mirano a contrastare l’anoressia e la bulimia.

Oltre a Merra agli incontri intervengono Daniela Galdi, ideatrice del progetto, presidente dell’Associazione Italiana Chef, ideatrice di Lifeness, esperta in nutrizione e life coach; Lucio Rinaldi, psichiatra e psicoterapeuta, professore di Psichiatria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile del Day-Hospital di Psichiatria dell’Area Adolescenza e disturbi della Nutrizione presso il Policlinico Gemelli e lo chef Emiliano Lopez di Italian Chef Academy.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono una vera emergenza sanitaria: la percentuale di giovani con questo tipo di disagio è aumentata del 40% e, dati alla mano, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sono la seconda causa di morte nei giovanissimi tra i 12 e i 25 anni.

Di pochi giorni fa è il provvedimento del ministro della Salute Orazio Schillaci che ha annunciato il rifinanziamento attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe: sono stati stanziati 10 milioni di euro per l’anno in corso da destinare alla cura dei disturbi alimentari. In più il ministro ha assicurato che è previsto l’aggiornamento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, per cui i pazienti potranno ricevere ulteriori prestazioni ambulatoriali in esenzione.

Gli incontri si terranno presso l’Accademia di Arti Culinarie Italian Chef Academy, in Via Decio Filipponi 15, Roma. Per informazioni scrivere a lifeness@associazioneitalianachef.it o contattare il numero 06 3549 6189.

L’importanza dell’informazione e divulgazione per potenziare la conoscenza e la consapevolezza dei disagi dovuti ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione è confermata dall’impegno di Laura Di Renzo, ordinaria di Scienze e tecniche dietetiche applicate del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione a “Tor Vergata”. Ospite nella puntata del programma di Rai 3 “Elisir ha spiegato minuziosamente le differenze tra i vari disturbi, le cause scientifiche e i comportamenti che ne derivano.

L’anoressia consiste nella tendenza forte alla restrizione calorica per contenere il proprio peso corporeo, è una malnutrizione per difetto. La bulimia comporta un atteggiamento di voracità e senso di colpa che porta all’eliminazione delle calorie introdotte. Ma ci sono anche altre tipologie di disturbi: un’alimentazione incontrollata nonostante meccanismi di segnale centrale dicano di fermarsi; malattie ancora non diagnosticate come la neofobia, cioè la paura di introdurre alimenti nuovi, oppure l’ortoressia, che spinge a un’eccessiva voglia di mangiare sano. Focus particolare è stato dedicato alla fame nervosa: questo disturbo è strettamente legato all’asse intestino-cervello e alla ricerca o riconquista di benessere emotivo attraverso il cibo.

A livello fisiologico il malessere si deve alla perdita di alcuni neurotrasmettitori, in particolare serotonina e dopamina: alla base c’è la disbiosi intestinale, cioè uno squilibrio nella flora batterica.  Da qui la ricerca di cibi dolci o comunque di ciò che per il proprio gusto è buono. Generalmente l’alimento di conforto è il dolce, ma ci possono essere anche cibi grassi: “La palatabilità è determinata dalla piacevolezza” spiega Di Renzo, che tiene a precisare “Bisogna distinguere bene tra fame fisiologica e fame nervosa. La voglia di mangiare, quella dovuta alla fame nervosa, è in relazione con il nostro benessere e il nostro cervello e non con il consumato della riserva precedente per cui abbiamo ovviamente la necessità di introdurre qualcos’altro”.
È importante prestare attenzione ai segnali rivelatori del disagio: la voglia irrefrenabile di continuare a mangiare anche se non affamati; l’introduzione di spuntini in maniera eccessiva; il mangiare rapidamente; un senso di perdita di controllo; il senso di colpa; frequenti cambi di peso; uno stato di continua insoddisfazione.

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