I prossimi cinque anni vedranno insieme il Dipartimento di Ingegneria Industriale, diretto dal prof. Nicola Bianco, e la NASA, grazie allo Space Act Agreement, un accordo di cooperazione nella ricerca, “cornice formale entro la quale collaboreremo”, spiega il prof. Giancarmine Fasano, responsabile scientifico dell’intesa e coordinatore delle attività di ricerca per la Federico II. L’interazione ha origine però da più tempo: “Durante alcune conferenze con i ricercatori del NASA Langley Research Center è emerso l’interesse da parte loro di ospitare dei nostri ricercatori, come l’ingegnera Federica Vitiello”.
Da aprile a luglio 2023 Vitiello ha svolto il periodo del suo dottorato all’estero al Langley. “Ci avevano invitato a fare test sperimentali insieme a loro e c’ero io in rappresentanza del mio gruppo di ricerca – spiega Vitiello, ora assegnista di ricerca alla Federico II – Dall’inizio del dottorato nel 2020 mi sono occupata di Detection tracking e le mie pubblicazioni erano molto in linea con ciò su cui stavano lavorando alla NASA, perciò siamo entrati in sinergia, è molto emozionante”.
Topic della collaborazione sono le “tecnologie abilitanti per la Advanced Aerial Mobility, in particolare legate alle funzioni di sensing”. Ossia “tutte le tecniche di percezione per sorvegliare lo spazio aereo a bassa quota che richiede una gestione del traffico sia da terra che a bordo dei velivoli. Sarà interessante lavorare sugli algoritmi e le architetture e l’interazione tra terra e a bordo”, spiega il prof. Fasano. Il piano di lavoro concordato è “molto ambizioso e il livello di difficoltà crescerà anno per anno. Svolgeremo test lì e qui per raccogliere dati in scenari diversi – racconta – Negli Usa è possibile usare più droni che coprono distanze più grandi, e vogliamo unire i nostri algoritmi di decision making a quelli della NASA, in modo che funzionino in tempo reale, in volo”.
Lo scenario urbano presenta molte sfide per il traffico aereo – ostacoli, scarsa visibilità, echi che accecano i sensori – ma è più vicino alle realtà di quanto si pensi: “Si sente tanto parlare di air taxi per muoversi in città o arrivare in aeroporto in tempo, ma con il Covid ci siamo resi conto di poter usare questa tecnologia per trasporti urgenti a fini medici, o anche per la nostra realtà con le isole per il delivery”, spiega l’ingegnera Vitiello.
Lo Space Act Agreement prevede anche la mobilità dei ricercatori – come Flavia Causa, post doc, e Roberto Opromolla, ricercatore senior – che collaborano al progetto, e il coinvolgimento di dottorandi e tesisti. “È un’opportunità che inorgoglisce per l’alta opinione che il gruppo tecnico della NASA ha del nostro lavoro ed è anche un valore aggiunto. Siamo molto contenti”, conclude il prof. Fasano.
Eleonora Mele
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