Un anno fa ad Architettura fu costituito l’Osservatorio sulle Tematiche di Genere. Ne facevano parte la prof.ssa Marella Santangelo, due dottorande, una rappresentante degli studenti e Rosa Sessa, ricercatrice in Storia dell’Architettura. Proprio Sessa ha ricevuto qualche settimana fa da Santangelo, nel frattempo eletta alla direzione del Dipartimento, la delega alla Parità di Genere. Inevitabile chiederle, dunque, se oggi Architettura sia una realtà dove c’è una effettiva uguaglianza di opportunità tra maschi e femmine.
“Se guardiamo alla percentuale di iscritte e di iscritti – risponde – certamente sì. Le studentesse sono la metà e qualcosa in più rispetto agli studenti. Se poi penso alla mia esperienza da studentessa, conclusasi tredici anni fa e dunque relativamente recente, posso testimoniare che tra gli studenti c’erano rispetto e piena consapevolezza dei diversi orientamenti sessuali. Nel lavoro dei laboratori di progettazione c’era piena parità e consapevolezza di genere. I problemi arrivano dopo, però. Siamo alla pari solo fino alla laurea”.
Argomenta: “Sul lavoro persistono disparità di genere, difficoltà maggiori di carriera per le donne architetto rispetto ai loro colleghi maschi e differenze di stipendio. Il momento della maternità, poi, è drammatico”. Aggiunge: “Il campo dell’architettura, della costruzione e dell’edilizia è ancora molto permeato di maschilismo. Nella mia esperienza mi sono scontrata col mondo del cantiere, che è estremamente maschilista. Ricordo che i muratori non mi rivolgevano la parola, non mi chiamavano né architetto né architetta. In quel momento ho iniziato ad interessarmi alle questioni di genere”.
Nella carriera accademica e nella ricerca permangono discriminazioni? “Architettura è oggi un Dipartimento aperto alle differenze. Da gennaio abbiamo una Direttrice donna ed è un simbolo forte, la testimonianza di un cambiamento di mentalità. Le ricercatrici a tempo determinato, poi, sono probabilmente oggi in numero superiore ai ricercatori. Se risaliamo la piramide, però, troviamo un corpo di professori ordinari a prevalenza maschile. Rispetto al passato, comunque, molto è cambiato. Architettura è stata per decenni tradizionalmente maschile, sebbene abbiamo avuto docenti donna di rilevanza nazionale ed internazionale”.
Quali sono le iniziative in cantiere della nuova delegata? “Con l’Osservatorio abbiamo già organizzato – e si continuerà a farlo – seminari e momenti di confronto affinché le tematiche relative alla parità di genere siano approfondite con un minimo di riflessione”. Talora anche sulla spinta di episodi di cronaca drammatici. “Ha molto colpito tutte noi dell’Osservatorio – dice Sessa – che l’assassino di Ilaria Sula sia uno studente di Architettura a Roma. Nei nostri Corsi di Laurea insegniamo che le città devono essere inclusive, sicure, attente ai temi della sostenibilità e del superamento delle barriere architettoniche, e poi ecco che un nostro studente – noi di Architettura ci consideriamo parte di una comunità, al di là delle sedi e delle città diverse – uccide una ragazza”.
A seguito di questo e di un altro terribile e recente episodio – l’assassinio di Sara Campanella – il Dipartimento ha scritto una nota di riflessione. La firmano la Direttrice Santangelo, le componenti dell’Osservatorio per le Tematiche di Genere (oltre a Sessa, Ludovica Battista, Sara Riccardi, Eva Sanfilippo) e tutta la comunità del DiARC.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 7 – 2025 – Pagina 16