È di stretta attualità il tema della carenza di infermieri e infermiere nel settore sanitario nazionale e l’ateneo veronese ricopre un ruolo strategico, anche nel panorama regionale, con la presenza del corso in Infermieristica, presente in cinque sedi: Verona, Vicenza, Legnano, Trento e Bolzano. Abbiamo intervistato Paolo Fabene, docente di Istologia e presidente del collegio didattico del corso di laurea in Scienze infermieristiche e ostetriche, per comprendere l’importanza della scelta di un percorso formativo che, sempre di più, permette di creare figure professionali che in un percorso di cura siano in grado di risolvere i problemi in una visione unitaria.
Perché secondo lei scegliere la carriera da infermiere oggi è importante?
Potrei rispondere ricordando la carenza di infermieri (65 mila ad oggi, 250 mila per raggiungere gli standard europei), con il conseguente rischio di tracollo del sistema sanitario nazionale in ottica futura, qualora, anche in considerazione del presente inverno demografico, non si trovassero sufficienti risorse in termini numerici e qualitativi. Tuttavia a un giovane che sta scegliendo la professione che lo accompagnerà per tutta la vita, tale motivazione appare forse più come ricatto morale che come sprone. Dobbiamo, invece, far capire la straordinaria ricchezza di tale professione. È dinamica: le responsabilità assegnate sono sempre maggiori e riconosciute grazie alle nuove competenze acquisite.
Sono in fase di discussione nuovi ruoli, quali la prescrizione infermieristica di presidi sanitari utili nella pratica assistenziale, come presidi per l’incontinenza, protesica minore, eccetera, nonché di farmaci di uso comune, cioè quelli da banco, o farmaci per garantire la continuità terapeutica nelle cronicità. È completa: si occupa, infatti, del paziente in tutte le fasi di vita, dal neonato all’anziano, in diversi contesti assistenziali, come gli ospedali, le RSA, il territorio (contesto ambulatoriale, domiciliare e comunitario), sia in realtà pubbliche che private, oppure come libero professionista. È poliedrica perché l’infermiere può occuparsi, tra le tante opportunità, di management, di clinica (medica o chirurgica), di ricerca e di didattica.
Ognuno può costruirsi il proprio futuro professionale. Infine, è anche appagante in quanto questa scelta formativa permette di accedere ad un percorso accademico completo. Dopo la laurea triennale è possibile iscriversi alla laurea magistrale, per poter eventualmente accedere al dottorato di ricerca, oltre ai corsi di perfezionamento e master di primo e secondo livello. Inoltre, per chi fosse interessato alla carriera accademica, è possibile accedere a concorsi per ricercatore, professore associato ed ordinario di scienze infermieristiche.
Perché scegliere Verona, con le sue diverse sedi, per il corso in Infermieristica?
Bastano pochi numeri. Il 92% degli studenti si dichiara soddisfatto del percorso formativo svolto, ed il tasso di occupazione, nel 2022, è stato del 95%. Inoltre, nella classifica Censis del 2023, il corso di laurea in infermieristica Univr si è collocato tra le prime 5 sedi in Italia. Più in generale, l’università di Verona si colloca, nelle classifiche nazionali, ai primissimi posti per la qualità della didattica e della ricerca.
L’infermiere ha sempre di più un ruolo centrale e strategico, come è cambiata la figura professionale e il rapporto di collaborazione sinergica con l’equipe medica secondo lei?
Il cambiamento di status dell’infermiere da subalterno a professionista autonomo è stato sancito ufficialmente nel 1994 con il Decreto ministeriale 739 ed ulteriormente rafforzato dalla Legge 42 del 1999. Con questi strumenti normativi, agli infermieri vengono riconosciute la capacità e la responsabilità di valutare e gestire i bisogni assistenziali dei pazienti in maniera autonoma. Questo grazie alla riconosciuta autonomia professionale perché l’infermiere è autonomo nelle sue funzioni, che comprendono la prevenzione delle malattie, l’assistenza ai malati ed ai disabili di tutte le età, l’educazione sanitaria e la partecipazione a progetti di salute pubblica. L’infermiere ha responsabilità diretta: è riconosciuta infatti la responsabilità di pianificare, gestire e valutare l’assistenza infermieristica. L’infermiere ha competenze specifiche e tra le tante ci sono l’assistenza diretta alla persona, l’educazione terapeutica e la gestione delle emergenze sanitarie.