Il naufragio avvenuto nella notte del 19 agosto 2024 al largo delle coste palermitane, che ha provocato sette morti, sarebbe stato causato da un “downburst”: un fenomeno caratterizzato da raffiche di vento discensionali che possono superare i 100 chilometri all’ora
Ad affondare il superyacht Bayesian, il 19 agosto 2024 al largo delle coste palermitane, non sarebbe stata una tromba d’aria marina, ma un fenomeno meteorologico noto come “downburst”, caratterizzato da forti raffiche di vento discensionali. È l’ipotesi che emerge dall’indagine di un gruppo di studiosi del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Antonio Righi” dell’Università di Bologna, del CNR-ISAC, dell’Agenzia ItaliaMeteo, di ARPAE e PRETEMP.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Weather della Royal Meteorological Society, ha analizzato con grande dettaglio le condizioni meteo della notte in cui è avvenuto il naufragio del Bayesian, che ha causato la morte di sette persone.
“Sia le trombe marine che i downbursts sono fenomeni relativamente comuni nel Mar Mediterraneo, specie tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno quando il mare caldo fornisce l’energia necessaria per sviluppare intensa convezione atmosferica”, spiega Francesco De Martin, dottorando dell’Università di Bologna e primo autore dell’articolo. “Le nostre indagini mostrano che lo yacht potrebbe esser stato colpito da un downburst, ossia da correnti discendenti generate da alcuni temporali che possono superare i 100 chilometri all’ora e causare localmente ingenti danni”.
Lungo 56 metri e con un albero di alluminio di 75 metri (il più alto al mondo), il superyacht Bayesian è affondato alle 4:06 del 19 agosto 2024 al largo di Porticello, vicino a Palermo, in Sicilia. Sette delle ventidue persone a bordo sono decedute a seguito del naufragio. È stato l’episodio con più morti dovuti a un temporale in Italia dal 1970, escludendo le alluvioni.
Inizialmente, si era pensato che lo yacht potesse essere stato affondato da una tromba marina, ma non sono mai emerse foto o video a supporto di questa ipotesi, e non ci sono dati radar della zona del naufragio.
“Le condizioni atmosferiche nella notte del 19 agosto 2024 erano favorevoli per lo sviluppo di trombe marine, grazie all’arrivo di un fronte freddo sul Mar Tirreno e al forte vento in quota, ma le stesse condizioni possono provocare anche fenomeni di downbursts”, dice Silvana Di Sabatino, professoressa al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio. “L’analisi delle immagini satellitari ci ha suggerito che sia più probabile la seconda ipotesi”.
Non essendoci dati radar disponibili per il 19 agosto 2024 nell’area della Sicilia Occidentale, gli studiosi hanno basato le loro analisi sulle immagini satellitari, sui dati di alcune stazioni meteo e sui video pubblicati in rete delle condizioni meteo di quella notte.
“I video mostrano la presenza di forti raffiche di vento lineari, ma nel complesso non sono emersi indizi che suggeriscono la presenza di una tromba marina”, spiega Mario Marcello Miglietta, dirigente di ricerca del CNR-ISAC, tra gli autori dello studio. “In assenza quindi di elementi a favore dell’ipotesi della tromba marina, il fenomeno meteorologico che più probabilmente ha colpito il Bayesian è stato un downburst”.
Gli studiosi hanno anche cercato di capire quanto fosse prevedibile il temporale che ha colpito lo yacht, sottolineando che il giorno prima dell’evento i modelli meteo indicavano nella zona la possibilità di temporali associati a forti raffiche di vento. La Protezione Civile aveva infatti emesso un’allerta gialla per temporali sulle coste della Sicilia settentrionale.
“Questo tragico episodio ha evidenziato da un lato quanto l’Italia sia esposta ai rischi connessi ai temporali forti e localizzati e dall’altro lato che un’indicazione precoce delle aree esposte a questi fenomeni sia possibile”, conferma Francesco De Martin. “Siamo consapevoli che nel caso dei temporali è più difficile per il cittadino comprendere correttamente un’allerta, ma il caso del Bayesian insegna che non bisogna sottovalutare questi fenomeni ed è meglio prendere tutte le precauzioni necessarie”.
Perché il sistema delle allerte sia sempre efficace, suggeriscono gli studiosi, serve uno sforzo delle istituzioni, sia per cercare di potenziare le capacità di previsione e monitoraggio dei temporali forti, sia per cercare di migliorare la comunicazione del messaggio di allerta al cittadino.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Weather della Royal Meteorological Society “The Bayesian sinking in Porticello: a predictable convective windstorm?” Gli autori sono Francesco De Martin, Michele Martinazzo, Matteo Siena e Silvana Di Sabatino del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna, insieme a Mario Marcello Miglietta del CNR-ISAC, Federico Pavan del gruppo PRETEMP e Thomas Gastaldo di Arpae Emilia-Romagna e Agenzia ItaliaMeteo.