Al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna, un appuntamento per capire – attraverso i dati raccolti dal Consorzio Universitario AlmaLaurea – l’origine delle disuguaglianze di genere nell’ingresso del mercato del lavoro e per cercare possibili azioni concrete di contrasto a questo fenomeno
Se i datori di lavoro inferissero l’abilità dei candidati dal loro curriculum accademico, in media dovrebbero offrire alle donne maggiori opportunità di lavoro e salari più alti. Al tempo stesso, le donne dovrebbero essere ambiziose e cercare occupazioni almeno tanto prestigiose quanto quelle ricercate dai loro colleghi maschi. Perché allora succede l’esatto contrario? Perché il talento delle donne non è ricompensato tanto quanto quello degli uomini?
Se ne parla giovedì 29 giugno, dalle 9 alle 12, nella Sala Seminari del Dipartimento di Scienze Economiche (Piazza Scaravilli, 2 – Bologna). L’appuntamento – intitolato “Disuguaglianze di genere nell’ingresso del mercato del lavoro” (ingresso libero con prenotazione online) – ha l’obiettivo di cercare di capire questo fenomeno attraverso i dati raccolti dal Consorzio Universitario AlmaLaurea.
In Italia, infatti, i gap di genere sono del tutto evidenti molto prima che gli impegni familiari diventino stringenti. A un anno dalla laurea, le distanze esistono già e si amplificano poi nel tempo. Le donne lavorano part-time più spesso, hanno salari mensili inferiori a quelli degli uomini e un tasso di disoccupazione più alto. Eppure, le donne sono più istruite degli uomini (il 35 per cento di quelle in età compresa tra 25 e 34 anni possiede una laurea contro il 23 per cento degli uomini), ottengono voti migliori sia nella scuola superiore che all’università in tutti i settori disciplinari (anche nelle lauree STEM) e si laureano prima.
Nel corso dell’evento sono in programma tre presentazioni basate sull’analisi dei dati AlmaLaurea e una tavola rotonda per discutere possibili azioni concrete mirate al contrasto dei gap di genere nel mercato del lavoro. Parteciperanno docenti universitari e rappresentanti del mondo del lavoro, per dare voce sia a chi ha il compito di formare e istruire gli studenti e le studentesse, sia a chi, dopo la laurea, ne domanda le prestazioni come datore di lavoro.