Esponenti politici, studiosi iraniani e dell’Alma Mater si sono confrontati durante una conferenza svolta fra Tehran e Soltaniyeh: è il primo passo per esplorare la tecnica adottata nella costruzione della cupola del Mausoleo di Öljaitü – oggi Patrimonio UNESCO – trasmessa attraverso la Via della Seta all’Italia medievale e impiegata per costruire la cupola del Duomo di Firenze. Un esempio di diplomazia culturale.
“From Soltaniyeh to FlorenceIII: The Architectural History through the Lens of Construction History”: questo il titolo della conferenza di tre giorni che si è tenuta dal 20 al 22 giugno fra Tehran e Soltaniyeh. È il primo passo di uno studio che esplorerà la peculiare tecnica a doppia calotta adottata per la costruzione della cupola del Mausoleo di Öljaitü a Soltaniyeh – città iraniana Patrimonio dell’umanità UNESCO – trasmessa attraverso la Via della Seta all’Italia medievale e impiegata per costruire la cupola del Duomo di Firenze, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, progettata da Filippo Brunelleschi.
L’evento ha visto confrontarsi studiosi iraniani e italiani. Esempio di fruttuosa diplomazia culturale, è la prima iniziativa di collaborazione internazionale concentrata sul Mausoleo di Öljaitü dopo l’intervento guidato dall’architetto italiano Piero Sanpaolesi negli anni ‘70 del secolo scorso.
Coordinerà la ricerca Lorenzo Vigotti, ricercatore al Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Titolare di una borsa di studio Marie Skłodowska-Curie, finanziata dall’Unione europea, per il progetto triennale “DOMES Architectural Technology Transfer on the Silk Road: Iranian Double-Shell Domes and the West: 14th to 20th Century”, Vigotticondurrà i suoi studi operando sia all’Alma Mater sia alla Tehran University e alla Shahid Beheshti University, peresplorare l’eredità architettonica condivisa tra Italia e Iran.
Un progetto con queste finalità non può che essere il prodotto di una collaborazione internazionale che consenta di accostare i diversi approcci metodologici sviluppati nei due Paesi. Hadi Safaeipour , professore alla Facoltà di Architettura della Shahid Beheshti University (Tehran), ha quindi co-organizzato l’evento e messo a disposizione l’archivio che Sanpaolesi lasciò in Iran quando lavorava nella stessa Università.
DOMES consentirà di descrivere in dettaglio il processo di trasmissione delle conoscenze architettoniche attraverso la Via della Seta dalla Persia all’Italia del XIV secolo, offrendo così un esempio di storia architettonica globale medievale; e racconterà il trasferimento delle conoscenze sul restauro trasmesse, invece, dall’Italia all’Iran durante la seconda metà del secolo scorso.
“Utilizzando una metodologia di ricerca innovativa, vogliamo superare la classificazione tradizionale adottata nella storia dell’architettura, concentrata sull’evoluzione lineare e il confronto di stili e forme, per promuovere una comprensione più completa della storia della costruzione, basata sull’attenzione a materiali e tradizioni locali”, spiega Lorenzo Vigotti. “Il progetto farà luce sulla trasmissione di due tipi di conoscenza architettonica: la conoscenza tecnica per la costruzione di cupole in mattoni a doppia calotta, originariamente trasferita dall’Iran all’Italia durante il Medioevo, e la conoscenza del restauro, ovvero delle tecniche di conservazione trasferite, negli anni ’60 e ’70, dagli architetti italiani a quelli iraniani che lavoravano per il restauro degli stessi monumenti con cupola in mattoni a doppio guscio”.