Si è tenuta a Napoli, dal 19 al 23 aprile, la XVI edizione dell’International Roman Law Moot Court Competition, la simulazione processuale internazionale di diritto romano che vede sfidarsi giovani giuristi, nelle vesti di attore e convenuto, in ordine ad un caso di diritto romano. Studenti delle Università di Atene, Cambridge, Napoli, Liège, Oxford, Trier, Tubinga e Lione si sono sfidati a colpi di arringhe in un torneo a gironi. Ha trionfato nell’istruttoria finale l’Università di Atene.
“La seconda esperienza della Moot a Napoli è andata molto bene – racconta la prof.ssa Carla Masi, coordinatrice con il prof. Cosimo Cascione della competizione – I nostri ragazzi quest’anno non si sono qualificati per la semifinale, siamo arrivati terzi nel girone, ma siamo ugualmente soddisfatti”. Nella settimana dedicata alla Simulazione: “Siamo riusciti a mostrare ai nostri colleghi le bellezze del territorio, dal lungomare al Centro Congressi di Ateneo, di fronte al Castel dell’Ovo, alla villa di Vedio Pollione nel parco del Pausilypon dove si sono svolte la piccola e la gran Finale, e i campi Flegrei. Siamo stati al Parco della Casina Vanvitelliana mostrando luoghi meno conosciuti ed è stato entusiasmante”.
Il successo dei quattro giovani della Federico II – Teofilo Abbate, Luca Palumbo, Luca Scotto di Santolo, Marko Tassini – “è stato moltiplicato dalla splendida ospitalità mostrata ai colleghi stranieri, che hanno potuto beneficiare dello strenuo confronto su un intricato caso di responsabilità, contrattuale ed extracontrattuale, ma anche godere delle splendide vedute sul Golfo. Un mix di diritto antico, di arte e archeologia che ha entusiasmato non solo i giovani avvocati, ma anche i colleghi delle Università partecipanti”, conclude la prof.ssa Masi che da appuntamento “a Vienna il prossimo anno”.
Parla di giorni ‘totalizzanti’ Luca Palumbo, uno dei quattro studenti della squadra federiciana: “Non c’è stata solo la competizione – dice lo studente al II anno – Vi sono state cene, escursioni, visite e momenti in cui abbiamo potuto conoscere ragazzi appassionati come noi. Essere stato scelto per partecipare è stato un grande privilegio”. Nonostante alcune difficoltà iniziali, “dovute al nostro metodo di studio distante dall’applicazione pratica e alla lingua, quella ufficiale è l’inglese, ne è venuto fuori un bellissimo lavoro di squadra. Quando si è spronati nel modo giusto le difficoltà si superano”.
Un’esperienza che suggerisce ai suoi colleghi: “cogliere questa opportunità significa uscire dalla comfort zone di Giurisprudenza e conoscere persone provenienti da Paesi diversi ma che hanno lo stesso interesse ed entusiasmo per il diritto”.
Per Luca Scotto di Santolo: “Questa è un’esperienza che non capita tutti i giorni. Nella nostra università non ci sono tante occasioni per fare pratica di diritto sul campo”. Nonostante l’impegno richiesto, che è da conciliare con gli esami, “ne è valsa la pena”. Nessuna difficoltà con l’inglese: “lo studio da piccolo perché sono un appassionato di lingue straniere. A settembre andrò in Spagna con l’Erasmus per perfezionare anche lo spagnolo”. Segnala: “una piccola ma superabile difficoltà, rispetto ai nostri colleghi, è stata quella di esporre al cospetto di una giuria. I nostri coetanei hanno esami specifici, sono già abituati rispetto a noi, che abbiamo affrontato il tutto per la prima volta, a parlare in pubblico”.
Secondo Teofilo Abbate, studente al secondo anno: “Partecipare è stato utile soprattutto per imparare a ricercare le fonti e a strutturare un testo argomentativo. Sento che ci sono stati forniti elementi utili ad affrontare il prosieguo del percorso universitario”. Teofilo si sofferma anche sul lato ludico dell’esperienza: “per una settimana siamo diventati una grande comitiva. In molte circostanze ho fatto da Cicerone. Con alcuni studenti stranieri sono ancora in contatto e spero possa continuare lo scambio culturale”. La preparazione alla simulazione: “è stata dura perché, anche se si è seguiti dai tutor, richiede un impegno costante. Tuttavia credo che con la buona volontà tutto possa essere superato”.
E spera di poter partecipare ad altre iniziative del genere in futuro. “Lo scorso anno non ho potuto partecipare alla Moot perché ero in Austria con l’Erasmus – racconta Marko Tassini, studente al III anno – Sono stato felice quando mi hanno richiamato. È stata un’esperienza formativa impagabile che mi ha permesso di avere un confronto con tantissime persone, al di là dello studio. Inoltre, ho potuto conoscere siti archeologici che non ho mai visitato pur abitando a Napoli”.
La mancata qualificazione alle semifinali: “Ci siamo impegnati per tanto tempo, anche emotivamente. Un po’ brucia quando le cose non vanno come vorresti. La nostra preparazione non era da meno, penso che le altre squadre si siano sapute spendere meglio perché sono abituate a queste competizioni”. Comunque, conclude, “va ugualmente bene così”.
Susy Lubrano