Finanziata dall’unione europea la formazione nel settore sanitario e la sensibilizzazione al fenomeno della violenza domestica. Partecipa al progetto anche il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo
Con Parma come unica sede italiana parte dalla Germania il nuovo progetto, finanziato dall’Unione Europea con 1milione e 600mila euro, dedicato alla presa in cura e alla protezione delle persone vittime di violenza domestica.
Viprom – Victim Protection in Medicine questo il nome del progetto – ha l’obiettivo di avviare un percorso di protezione, partendo proprio da chi, spesso per primo, entra in contatto con chi subisce violenza domestica: l’operatore sanitario.
“La maggior parte delle persone che subiscono violenza – spiega la dottoressa Emilia Solinas, coordinatrice del progetto per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e presidente del Comitato unico di Garanzia del Maggiore – si reca da un medico di medicina generale, da un dentista, da un ginecologo, da un’ostetrica o da altri professionisti della salute e nei casi più gravi al Pronto Soccorso. Tutti coloro che lavorano nel settore sanitario incontrano, spesso inconsapevolmente, vittime di violenza domestica. Ma oltre ad avere difficoltà a identificare l’episodio, spesso non hanno le conoscenze necessarie per avviarle a un percorso di uscita dal fenomeno. Con specifici corsi di formazione – precisa Solinas – il progetto triennale VIPROM si pone quindi l’obiettivo di cambiare questa situazione attraverso un approccio multidisciplinare”.
Insieme all’Azienda Ospedaliero-Universitaria partecipano infatti per Parma al progetto Viprom l’Associazione Italiana Donne Medico, diretta dalla dr.ssa Antonella Vezzani e il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, con le prof.sse Rossana Cecchi e Lorella Franzoni . Il finanziamento previsto per Parma è di 160mila euro.
Viprom che coinvolge oltre a Germania e Italia anche Austria, Grecia e Svezia, vuole rafforzare la conoscenza del fenomeno della violenza domestica in un piano formativo rivolto ai professionisti sanitari, ai medici in formazione specialistica e in prospettiva anche agli studenti di Medicina.
La violenza domestica si perpetra nella relazione affettiva e si esprime come un abuso di potere fisico e psicologico. Può colpire tutti i gruppi sociali: donne, uomini, bambini e persone disabili. Non sempre, soprattutto per paura, le vittime si rivolgono alla polizia o a centri dedicati. “E questo è ben noto ai professionisti, ma ancora poco diffusa è la consapevolezza che qualsiasi professionista sanitario può venire in contatto con questo fenomeno in maniera inconsapevole” conclude la dr.ssa Emilia Solinas.
Il progetto si concentra quindi in modo particolare sui settori dell’emergenza-urgenza, della chirurgia, della ginecologia, della psichiatria e psicoterapia, senza trascurare, appunto, l’identificazione precoce dei segni premonitori, anche negli ambiti meno direttamente coinvolti.
“Infatti, sebbene i professionisti che lavorano nei dipartimenti di Emergenza Urgenza e Chirurgia possano trovarsi ad affrontare lesioni fisiche anche molto gravi, occorre non sottovalutare che molte vittime di violenza non presentano tali lesioni, ma sono comunque persone traumatizzate e possono presentare profondi stati di depressione”, commenta la dr.ssa Antonella Vezzani, Presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico.
Inoltre, “la formazione precoce, effettuata già durante gli anni del percorso universitario, rivolta agli studenti di Medicina, è strategica nel contrasto al fenomeno della violenza domestica, tenendo anche in considerazione gli aspetti medico-legali”, precisano la prof.ssa Lorella Franzoni e la prof.ssa Rossana Cecchi.
Il progetto Viprom, coordinato dalla prof.ssa Bettina Pfleiderer, docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Münster in Germania, avrà una durata triennale e si pone l’obiettivo di creare linea guida nel contesto europeo.