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“Visual Geography e Street Art, per la riqualificazione del paesaggio urbano”: l’evento di “Tor Vergata” per la Notte internazionale della Geografia

“Visual Geography e Street Art, per la riqualificazione del paesaggio urbano”: l’evento di “Tor Vergata” per la Notte internazionale della Geografia

Al Teatro di Tor Bella Monaca i geografi del nostro Ateneo hanno intervistato le street artist Croma e Laika

Il 14 aprile al Teatro di Tor Bella Monaca si è tenuto l’evento “Visual Geography e Street Art, per la riqualificazione del paesaggio urbano”, inserito nel progetto della Notte internazionale della Geografia.

Organizzato da professori, ricercatori e ricercatrici del Dipartimento di storia, patrimonio culturale, formazione e società dell’università di Roma “Tor Vergata” –  tra cui Simone Bozzato, Giovanna Giulia Zavettieri, Lisa Scafa, Pierluigi Magistri – l’evento mirava a costruire un ponte tra la disciplina e i nuovi linguaggi artistici, puntando a mappare il volto urbano, per lo più periferico o di borgata, partendo dai muri decorati dalla Street Art.

«Essendo una forma di indagine interpretativa, la geografia pone al centro dei propri interessi anche il rapporto con i luoghi, rivolgendo una particolare attenzione critica alle relazioni e alle condizioni socio-territoriali attraverso le quali si produce arte» spiega Simone Bozzato. «È possibile definire la geografia come una disciplina che, da sempre, conserva rapporti privilegiati con tutto ciò che sollecita la visione: si pensi al paesaggio. La Visual Geography, quindi, rappresenta quella sotto-disciplina della geografia che dedica particolare attenzione all’utilizzo dei supporti visivi per raccogliere informazioni sulla realtà geografica e sul rapporto tra cittadini e territorio, per restituire analisi relative alle trasformazioni territoriali.»

Per descrivere questa metamorfosi (che in realtà risale all’epoca primitiva come la Grotta di Altamira in Spagna in cui si possono ammirare pitture parietali del Paleolitico superiore) sono state invitate due street artist romane, di adozione e di nascita, che hanno raccontato il proprio percorso e la propria attività, Croma e Laika, e il progetto ColorOnda, coordinato da Mario Cecchetti. Ognuno di loro entra nella realtà che vuole ritrarre e se ne fa portavoce e cartina di tornasole, per comprendere i mutamenti sociali, processi di riorganizzazione spaziale, inclusione etnica, ecc.

Le opere di Croma sono vere e proprie mappe di quartiere: la street artist ha decorato tre muri di altrettanti quartieri periferici  di Roma – Torre Spaccata, Centocelle e Alessandrino – e il lavoro ha previsto studi e sopralluoghi dettagliati per poter poi realizzare cartografie artistiche che includono i luoghi identitari degli stessi quartieri.

Il Prorettore vicario Carlo Nucci, presente all’evento, ha ribadito come “Tor Vergataʺ, sebbene sia cresciuta molto dal punto di vista dell’internazionalizzazione, è comunque ancora molto attenta al territorio, creando il più possibile iniziative di partecipazione. «L’arte contemporanea è un ottimo mezzo per la riqualificazione del territorio. L’arte è sì la ricerca del bello ma è anche uno strumento di comunicazione e trasmissione». Di qui l’impegno a mantenere il sodalizio con il Teatro di Tor Bella Monaca ribadito anche dal direttore del Teatro Filippo D’Alessio.

«La Street Art può interpretare le angosce del nostro tempo» ha sottolineato l’assessore alla cultura di Roma Capitale Miguel Gotor in un videomessaggio inviato per l’occasione «non solo contemplazione ma racconto e indicatore della realtà urbana, per crescere e aiutarci».

Anche Lucia Ceci, direttrice del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società di “Tor Vergata”, ha partecipato con un messaggio in cui ha espresso tutto il suo interesse per questa forma d’arte, che è stata protagonista di suoi studi e lo ha sottolineato citando i murales del Quadraro che narrano del rastrellamento avvenuto nel 1944 ad opera dei nazifascisti. Emblematica è l’opera Nido di vespe di Lucamaleonte.

I murales come mezzo di coesione ed elemento identitario, fondamentale per le comunità migranti ma anche per realtà ai margini, come capita di sentirsi nelle periferie e nelle borgate di grandi metropoli come Roma; oppure funzionano da denuncia e satira, come le opere della street artist Laika, intervistata da Simone Bozzato e dalla storica dell’arte Rossana Buono, che è la protagonista del film documentario di Antonio Valerio Spera Life Is (Not) A Game proiettato alla chiusura della serata. Film che è stato presentato anche alla festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione “freestyle” e che ha valso a Laika il premio come “Protagonista dell’anno” ai Nastri d’Argento 2023.

La street artist ha donato al nostro Ateneo l’opera Poisoned by the Islamic Regime, dedicata alle ragazze iraniane a cui è negato il diritto all’istruzione.

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