Un viaggio nel mondo dell’audiovisivo grazie all’incontro con Fabrizio Acampora, giovane autore che ha lavorato in produzioni nazionali e internazionali – tra gli altri il recente documentario della BBC ‘Pompeii’. L’appuntamento si è tenuto il 24 aprile, presso l’aula T1 di Palazzo Pacanowski, nell’ambito della Circular Spring, iniziativa nata nell’ambito del Dipartimento di Studi Aziendali ed Economici con la volontà di diffondere, all’intera comunità studentesca, i principi e le pratiche chiave dell’Economia circolare e delle sostenibilità. Gli studenti partecipanti, insieme ai docenti responsabili Ilaria Tutore e Pasquale Falcone, hanno preso parte ad un incontro molto interattivo e formativo.
Acampora ha elargito agli astanti informazioni utili per la realizzazione di prodotti multimediali, in linea con la seconda parte conclusiva del Contest. “Ormai tutti i gruppi hanno ultimato le idee per la realizzazione dei propri progetti creati a partire da rifiuti o materiali di scarto, i quali saranno riutilizzabili nei contesti della vita pratica e universitaria”, ha spiegato la prof.ssa Tutore. Il passo successivo è infatti “la realizzazione del video promozionale da condividere su Instagram, taggando la pagina di Ateneo ‘uniparthenope’, per dare visibilità ai lavori e decretare così il vincitore tramite il conteggio dei like”. La creazione di un contenuto audiovisivo di qualità è dunque la discriminante per aggiudicarsi la vittoria. “Oggi costruire un prodotto multimediale significa fare comunicazione, e farlo nel migliore dei modi, seguendo le giuste regole, significa assicurarci che il nostro messaggio arrivi in maniera molto più incisiva ai fruitori”, ha spiegato il relatore.
Partendo dalla base, ossia il piano di un processo produttivo, diviso in preproduzione, produzione e postproduzione, si è proseguito con nozioni di fotografia. Al termine, una dimostrazione pratica dell’utilizzo di piattaforme di montaggio. Tra i consigli dispensati: “porsi tante domande per far veicolare un contenuto interessante, ragionamento per immagini” e, soprattutto, occorre un “lavoro di squadra ben assestato, con divisione definita dei vari compiti”.
Le domande degli studenti
Nella seconda parte dell’incontro, gli studenti hanno posto ad Acampora quesiti specifici, in modo da poter applicare concretamente, nei propri lavori, i consigli ricevuti.
Quale software di montaggio è suggerito per chi è alla prime armi? “Tra i software di uso professionale con versione base gratuita, consiglierei sicuramente DaVinci Resolve, attualmente uno dei più potenti in circolazione e che riesce ad assolvere tutti i processi di cui avete bisogno per la realizzazione del vostro prodotto”.
Come gestire la musica e il ritmo all’interno dei video? “Tutto dipende dal tipo di video che realizzerete. Il primo punto della fruizione è che essa non debba annoiare, dunque un buon contenuto musicale all’interno, se ben contestualizzato e inserito, può fare la differenza. Viceversa, se il contenuto sarà molto riflessivo e parlato, non ci sarà necessità di aggiungere anche sottofondi musicali. Tenendo anche conto che la maggior parte dei contenuti sui social sono visionabili per lo più mutati. Anche per questo, consiglio senza ombra di dubbio di prevedere dei sottotitoli, preferibilmente in inglese, in modo che il contenuto possa circolare anche al di fuori dell’Italia e raggiungere un pubblico più ampio”.
Quali sono i punti chiave per la buona riuscita della tecnica stop-motion? “Quando si parla di stop-motion si fa riferimento ad una somma di immagini statiche che vanno a creare l’idea del movimento. Come primo punto, dunque, direi che sia essenziale in questo caso l’uso di un cavalletto su cui poggiare la macchina o l’IPhone. Altra cosa necessaria è poi avere una continuità sia a livello fotografico che del punto macchina, in modo che non ci siano variazioni evidenti di luce e di angolazione tra un’immagine e l’altra, dunque un controllo totale del set”.
Quale dovrebbe essere la durata ideale di un contenuto social? “Dato che la piattaforma su cui condividerete i vostri lavori sarà Instagram, direi che due minuti sia il tempo ottimale. Ma tutto in realtà dipende dalla capacità di mantenere il grado di attenzione dello spettatore, in generale basso considerando che oggi siamo continuamente sottoposti ad un bombardamento di informazioni. Ovviamente, se il materiale è di qualità e il contenuto è molto interessante ciò non vieta di allungare i tempi arrivando anche a tre minuti. Vanno poste, però, le cose importanti all’inizio. Nei contesti social, infatti, non funziona la scelta di lasciare le informazioni salienti alla fine”.
Il seguente articolo è stato gentilmente concesso da Ateneapoli.
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