La cura verso il disagio giovanile è da oggi al centro di un nuovo accordo di collaborazione fra il dipartimento di Scienze umane dell’università di Verona e il Comune. La Giunta ha infatti approvato il protocollo d’intesa che ne disciplina finalità e competenze, al fine di realizzare un progetto triennale d’intervento sociale in grado di supportare ragazzi e ragazze in età adolescenziale, accompagnandoli nel loro processo di crescita e sviluppo per prevenire e ridurre le situazioni di difficoltà e rischio, collaborando ed integrandosi anche con altri servizi della rete territoriale.
Nello specifico, con le assistenti sociali del servizio sociale territoriale ed i referenti del Centro interculturale ‘Casa di Ramia’ del Comune, si intende progettare, realizzare e monitorare dei percorsi di affiancamento giovanile ‘uno ad uno’.I destinatari degli interventi sono giovani di età compresa tra i 15 ed i 17 anni residenti sul territorio veronese, conosciuti dalle agenzie del territorio e dal predetto Servizio sociale, che si trovano in condizioni di fragilità, iniziano a manifestare comportamenti a rischio – quali assenze scolastiche ripetute e non motivate, assenza di interessi sportivi / ludico ricreativi / artistici e musicali, vicinanza a gruppi devianti, trasgressioni e forme di isolamento – e non riescono ad agganciarsi a realtà positive o a servizi del territorio.
“L’obiettivo principale è quello di tutelare gli adolescenti in difficoltà – spiega l’assessora alle Politiche sociali Luisa Ceni – anche in un’ottica di prevenzione della devianza giovanile, attivando gli interventi necessari e più appropriati alla singola situazione, oltre che avviare azioni coordinate di supporto. Per poter svolgere i propri compiti al meglio è necessario che i Servizi sociali e l’ateneo scaligero stabiliscano congiuntamente adeguate modalità operative finalizzate alla promozione del benessere, alla prevenzione del disagio e alla tutela degli adolescenti interessati. A questo serve il protocollo d’intesa, attraverso cui sono state definite le metodologie di azione e interazione fra Comune e Università”.
Il progetto. Si tratta di una metodologia di collaborazione fra enti che va nella direzione intrapresa dall’Amministrazione comunale di orientare le proprie azioni sulla base della cooperazione decentrata, valorizzando l’operato e le competenze delle diverse componenti della società, garantendo così la realizzazione del più efficace intervento in favore della cittadinanza.
Attraverso l’affiancamento ‘uno ad uno’ fra un adolescente e uno studente o studentessa o neolaureato/a in Scienze dell’educazione consentirà di favorire l’allontanamento da contesti potenzialmente a rischio di devianza; una maggiore socializzazione di ragazzi e ragazze all’interno di contesti aggregativi spontanei o strutturati, grazie alla partecipazione ad esperienze educative, ludico ricreative, sportive e artistico/musicali.
Si prevede inoltre un percorso informativo e formativo per quanti saranno disponibili ad affiancare gli adolescenti in difficoltà. Un modo per aiutare studenti universitari e neo laureati a familiarizzare con le dinamiche relazionali di ragazzi e ragazze in condizioni di fragilità ed assumere una visione di aiuto di tale affiancamento.
Le assistenti sociali proporranno diverse situazioni e insieme a docenti del dipartimento verranno definiti alcuni abbinamenti per l’affiancamento. Infine, il personale universitario insieme alle operatrici del servizio sociale costituiranno un gruppo di monitoraggio e valutazione delle azioni progettuali.