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La scienza fa le ore piccole

La scienza fa le ore piccole

Torna la Notte della Ricerca organizzata da UniTrento, Muse, Fbk e Fondazione Mach

Venerdì 29 settembre il Muse si illumina per ospitare l’edizione 2023 della Notte della Ricerca. Il progetto, nato nel 2005 su iniziativa dell’Unione Europea, vuole avvicinare la scienza al grande pubblico. L’obiettivo è abbattere la barriera che troppo spesso è percepita fra questi due mondi che in realtà sono profondamente interconnessi. Con Marta Biagioli del comitato scientifico, presentiamo l’edizione di quest’anno che per la sesta volta si svolge al Museo delle Scienze.    

Una finestra per la città sul mondo della scienza”: sono queste le parole che, probabilmente, varrebbero un 10 allo studente delle scuole medie a cui venisse chiesto di descrivere in una riga la “Notte della Ricerca”. Università di Trento, Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler e Muse mettono insieme energie e competenze per portare fuori dagli ambienti dei laboratori il frutto del lavoro di quasi duemila ricercatori e ricercatrici. Nell’ottica comunicativa che da sempre contraddistingue l’iniziativa, la scienza sarà raccontata sì con un linguaggio semplice, ma anche con una profonda attenzione alle implicazioni sociali per il benessere e lo sviluppo della comunità. «L’Università di Trento, insieme agli altri enti che organizzano l’iniziativa, intende approfondire il tema della ricerca nelle sue diverse sfaccettature», spiega Marta Biagioli, docente di genetica al Dipartimento Cibio.

«Quella che vogliamo trasmettere – prosegue Biagioli – è l’idea che ricercatori e ricercatrici lavorano per migliorare la vita delle persone e che la scienza, con tutta la sua complessità e i suoi tecnicismi, è un’attività profondamente connessa ai bisogni educativi, economici, tecnologici che le persone avvertono tutti i giorni».  L’obiettivo della Notte della Ricerca è soprattutto creare una connessione fra scienza e società: «I nostri studiosi e le nostre studiose svolgono il loro compito non come mero lavoro, ma come una missione di vita. Questa manifestazione costituisce un’opportunità irrinunciabile per esporre i progressi del loro lavoro, lo stato dell’opera degli obiettivi, gli strumenti della ricerca con un linguaggio semplice e accessibile. In aggiunta a ciò, per il pubblico si apre la possibilità di entrare nel mondo della conoscenza scientifica.
Non si parlerà soltanto di ricerca e risultati, ma anche di metodi e tecniche, di ‘come si fa la scienza’, spiegando ad esempio come si pianifica un esperimento, cosa vuol dire replicabilità sperimentale, in che cosa consiste la verifica statistica ».
Ma la Notte della Ricerca rappresenta anche un momento di incontro per tutti i centri di ricerca del territorio: «È senz’altro possibile che i rappresentanti di una realtà esterna, ad esempio del settore farmaceutico, agroalimentare, energetico, possano interessarsi ai nostri progetti e avviare una collaborazione con l’Università e le fondazioni», sottolinea Biagioli.
Saranno 60 gli stand allestiti negli spazi del Muse, dove ogni gruppo di ricercatori e ricercatrici dei quattro enti organizzatori presenterà i propri progetti, proporrà dimostrazioni e inviterà il pubblico a cimentarsi in prove ed esperimenti. 
Per quanto riguarda le proposte di UniTrento, si è cercato di dare spazio a tutti i Centri e i Dipartimenti, proprio per enfatizzare l’ eterogeneità e complessità dei diversi progetti scientifici.
Solo per menzionare alcuni esempi, ci saranno spazi curati dal Dipartimento del Cibio dedicati alla biologia, dove si potrà conoscere come funziona il cervello e discutere sull’editing genomico; il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive proporrà un videogioco basato sulla realtà virtuale volto a migliorare le abilità sociali di ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico; con Ingegneria, si parlerà di stampa 3D e dei biomateriali applicati alla salute; il Dipartimento di Fisica condurrà in un viaggio nell’astrofisica, attraverso energia, materia oscura e buchi neri; il Dipartimento di Matematica proporrà un’esplorazione di nuovi algoritmi per rendere più efficiente la moltiplicazione; il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione presenterà un “personal trainer” virtuale in grado di ottimizzare l’allenamento grazie all’elaborazione, in tempo reale, di dati biometrici; il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica avrà uno stand dedicato alla ricerca di plastiche sostenibili.
Non mancheranno simulazioni pratiche di matematica e attività didattiche proposte dal C3a – Centro Agricoltura, alimenti, ambiente, sulla scienza del mais. La Scuola di Studi internazionali presenta invece i risultati di una ricerca sull’impatto che le nuove tecnologie hanno sul mercato del lavoro. 
Sarà proiettato anche un documentario girato in oltre venti località del Trentino – Alto Adige, frutto del lavoro di quindici docenti del Dipartimento di Lettere e Filosofia che hanno indagato la persistenza e la produttività del Medioevo nell’immaginario collettivo contemporaneo.

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