Oltre 1300 laureati e laureate in Ingegneria Medica in questi 25 anni che la separano dall’a.a. 1998/1999 primo anno dell’innovativo corso di laurea nell’università di Roma Tor Vergata.
“Nel 1998 fu avviato come sinergia tra le facoltà di Ingegneria e Medicina e Chirurgia” ricorda Gaetano Marrocco, oggi coordinatore del corso di laurea in Ingegneria Medica a Roma Tor Vergata e professore ordinario di Campi Elettromagnetici nel dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica. “Ingegneria Medica è stato per molti anni l’unico corso di questo tipo nel Lazio, ispirando poi iniziative simili, sebbene non identiche, presso altri atenei della Capitale”.
Successo occupazionale
Da allora il corso ha formato centinaia di professionisti che si sono fatti apprezzare nelle istituzioni (Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità), Università e numerose aziende nazionali e multi-nazionali.
Secondo le ultime statistiche 2024 di Almalaurea il 100% dei laureati in Ingegneria Medica trova lavoro a un anno dalla laurea magistrale. Un successo straordinario grazie a un percorso di studi piuttosto specialistico, seguito da ragazze e ragazzi che hanno poi trovato occupazione facilmente. Molte le multinazionali legate al farmaco che li hanno accolti, tante le aziende ospedaliere. Ma anche enti e istituzioni dedicate alla ricerca. La laurea in Ingegneria Medica è pur sempre una laurea in Ingegneria, per cui tanti hanno trovato impiego presso aziende alla ricerca di ingegneri.
Docenti d’eccellenza
Nei 25 anni, il corso di laurea ha anche formato giovani ricercatori e ricercatrici che hanno intrapreso la carriera accademica non solo nell’università di Roma Tor Vergata: un ordinario, tre professori associati, tre ricercatori. A questi si associa un ricercatore al CNR e 4 ricercatori nelle università straniere, all’estero, tra le università di Cambridge, Parigi, Irvine.
Attualmente 13 docenti che insegnano a Ingegneria Medica, sui 90 che fanno ricerca a Roma Tor Vergata, sono stati censiti dalla Standford University nel top 2% 2023 dei ricercatori mondiali.
La loro ricerca si è affinata su Biomeccanica, Sensori, Sistemi Wearable, Lab on chip, Brain Computer Interface, Protesi e cyber-impianti, Biomateriali, Neuroscienze, Stampa 3D, Elettronica Flessibile, Realtà Virtuale, Fluidodinamica computazionale, Digital Twin, Intelligenza Artificiale, Internet of Things, Tecnologie per le Disabilità.
E con la collaborazione dei laureati e delle laureate più brillanti sono state fondate start up e spin off di altissima innovazione tecnologica in ambito ingegneristico e medico. Preziose piccole aziende che si affacciano nel panorama nazionale e internazionale e che esaltano il lavoro molto qualificato dei loro dipendenti.
Ultimamente sono state strette collaborazioni istituzionali di ricerca con la Polizia di Stato, il ministero della Salute per la valutazione preclinica dei dispositivi medici. Docenti del corso di laurea in Ingegneria Medica sono presenti nella commissione di ingegneria biomedica dell’Ordine degli Ingegneri. Anche con FIN la Federazione Italiana Nuoto è stata stretta una collaborazione per la valutazione della disabilità nel nuoto paralimpico.
La testimonianza di un ex-alunno di Ingegneria Medica a Roma Tor Vergata
Abbiamo raggiunto un ex-alunno del corso di laurea laureatosi 16 anni fa alla magistrale di Ingegneria Medica. Si tratta di Angelo Maura (40 anni), che ora lavora in Align Technology, a Dubai negli Emirati Arabi, come General Manager, Middle East. Laureato nel 2005 alla Triennale e nel 2008 alla Magistrale.
L’inizio del percorso di studi. in un corso di laurea innovativo, che tipo di accoglienza c’è stata, un commento sullo studio intrapreso, è stato un percorso di crescita importante e scelto con consapevolezza?
Il connubio tra ingegneria e medicina offerto dal corso di laurea era esattamente il percorso che stavo cercando. Ricordo chiaramente una sensazione di consapevolezza e un orgoglio – non solo per me ma per i miei compagni di studio – di aver intrapreso qualcosa di innovativo, quasi inesistente all’epoca, che potesse far leva su nuove tecnologie per migliorare la salute pubblica e il sistema sanitario: un obiettivo importante che avrebbe potuto davvero fare la differenza. Il supporto ottenuto dal corpo docente sicuramente ha fatto sì che il curriculum di studi fosse ben disegnato per questo scopo, supportando in maniera ideale la nostra formazione.
Fuori dall’università. come il mondo del lavoro ha accolto la sua giovane professionalità? Commenti, sensazioni, un bagaglio di conoscenze utili da portare con sé…
Una delle ragioni della scelta del percorso di studi è stata sicuramente la valutazione delle prospettive di carriera. Nonostante una situazione macroeconomica non delle migliori, il background acquisito – inclusa l’esperienza pratica ottenuta grazie all’attività di laboratorio e di sala operatoria – mi ha permesso di inserirmi velocemente nell’industria dei medical devices.
Uno sguardo all’indietro. Il bilancio del professionista a tanti anni dalla laurea in Ingegneria Medica