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Lorenzo TORO – Dottorato in Umanesimo e tecnologie, XXXIX ciclo

In cosa trovare la via per la salvezza del pensiero? Come pensare il compito della filosofia nel momento in cui non solo la sua forma storica ma il luogo stesso del suo radicamento, l’Europa fulcro della sua grandiosa evoluzione, entrano in una crisi irreversibile? Queste le domande che guidano buona parte della ricerca di Jan Patočka – filosofo ceco tra i più autorevoli fenomenologi del XX secolo – il cui pensiero, spinto dall’irruenza degli eventi storici contigui a un confronto serrato con gli esiti più traumatici della trasformazione tecno-scientifica del mondo contemporaneo, ha tracciato la via di una revisione radicale dell’immagine della storia della metafisica.

L’indirizzo della mia attuale ricerca è certamente debitore dell’interesse particolare riservato, nel corso del mio percorso di laurea magistrale presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, al pensiero di Martin Heidegger. Ho conseguito la laurea magistrale nel 2023 con una tesi dal titolo Il ringraziare originario. Sacrificio essenziale e ontologia del distacco in Martin Heidegger, sotto la guida del prof. Virgilio Cesarone e del prof. Adriano Ardovino. Proprio l’approfondimento del pensiero del grande pensatore tedesco – di cui Patočka può a buon titolo essere considerato uno degli interpreti diretti di maggior spessore e originalità – ha acceso in me l’interesse per la necessità dello sviluppo di un paradigma di pensiero che facesse della rifondazione dell’ontologia e dell’oltrepassamento della sua crisi – mediante la meditazione sull’eredità del pensiero metafisico – il suo oggetto d’elezione.

L’obiettivo principale del mio attuale percorso di studi, portato avanti sotto la supervisione del prof. Sergio Labate, consiste nel cercare un nuovo paradigma interpretativo che si dimostri in grado di rileggere coerentemente la vicenda del pensiero patočkiano come sviluppo radicale del metodo fenomenologico, in direzione di una sua autocomprensione come veicolo del superamento dei residui soggettivistici del pensiero contemporaneo verso la fondazione di un pensiero assoluto, svincolato dal compromesso con le strutture particolari dell’ente e dal dualismo soggetto-oggetto.
Questo pensiero che si libera per sé di sé si sviluppa grazie alla riscoperta e alla rielaborazione dei motivi fondamentali della storia del pensiero, scaturenti dall’esperienza fondamentale della civiltà europea: la filosofia. La riappropriazione fenomenologica dell’opera dei grandi protagonisti della storia della filosofia – Platone, Aristotele e Hegel sopra tutti – apre la strada, in Patočka, allo sviluppo di una fenomenologia dialettica della φύσις e della differenza ontologica che si rivela essere l’effettiva realizzazione di quella fenomenologia asoggettiva la cui necessità s’impose a partire dalla critica serrata portata dal filosofo boemo al soggettivismo trascendentale husserliano.

Oltre, naturalmente, alla rilettura e allo studio serrato dei testi dell’autore – per i quali si dimostrerà certamente fondamentale il periodo di ricerca da trascorrere presso lo Archiv Jana Patočky dell’Università Carolina di Praga – in un tale percorso si rivelerà necessario il confronto con i principali punti di riferimento di Patočka (principalmente i dialoghi platonici, la Fisica aristotelica e la Fenomenologia dello spirito) e con gli autori, a lui contemporanei, i quali non dissimilmente tentarono una revisione in senso radicale del pensiero fenomenologico.
Si vedrà, inoltre, sviluppato un filone di ricerca parallelo che tenterà di dimostrare la plausibilità di una rilettura della fenomenologia patočkiana come apice di una storia “sotterranea” del pensiero della negatività e degli atti negativi (o, meglio, del ruolo da questi rivestito nella manifestazione di ciò che è) che, passando per la posizione del χωρισμός platonico e per la comprensione hegeliana della dialettica, giunge all’epoché radicale di Patočka come forma culminante del suo autoriconoscimento in quanto, appunto atto negativo.

Lorenzo TORO

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