Tensione alta per gli aspiranti studenti di Medicina della Parthenope, impegnati nel primo appello nazionale del semestre filtro tenutosi lo scorso 20 novembre. A raccontare l’impatto iniziale è la prof.ssa Maria Letizia Motti, docente di Biologia cellulare ed applicata, che ha seguito i ragazzi sin dai primi giorni di settembre.
“Avendoli incontrati quotidianamente in aula e conoscendoli bene, posso confermare che il primo impatto con gli appelli è stato duro – spiega – Soprattutto per il carico emotivo che questa nuova modalità porta con sé”. La preoccupazione principale, infatti, riguarda proprio la dimensione psicologica del semestre filtro: “Temono di perdere l’anno o di doversi iscrivere altrove quando ormai il semestre è iniziato. È questo a spaventarli davvero”.
Un’ansia che, sottolinea la docente, si manifesta in modi molto concreti: “Non erano sereni. Ad esempio: una ragazza bravissima ha commesso un piccolo errore ed era tremante. Questa mancanza di serenità l’ho percepita moltissimo, e non solo da noi: anche da figli di amici che hanno sostenuto l’esame in altri Atenei”.
Quanto alla preparazione, il quadro che emerge è eterogeneo: “Per quanto riguarda la mia materia, alcuni ragazzi avevano una preparazione elevata, si è notato che studiavano per il test sin dal quarto liceo – racconta Motti – Altri, invece, hanno vissuto questo primo appello come una sorta di prova generale, per capire com’erano formulate le domande e verificare quanto avessero realmente approfondito in vista dell’appello successivo”.
La docente non ha ancora concluso la correzione delle prove, ma una tendenza già c’è: “Su 66 compiti che ho iniziato a correggere, ne ho visti passare una quindicina. Devo comunque verificare i dati alla mano”. Un risultato che, secondo Motti, è legato anche all’estensione dei contenuti affrontati in poche settimane: “Biologia è più semplice rispetto a Chimica e Fisica, ma quest’anno la mole del programma era davvero elevata”.
Tra le materie percepite come più critiche dagli studenti emerge Fisica: “Penso che sia stata la prova più difficile, lo dicono in molti. È ostica di suo, figuriamoci affrontata in così poco tempo – commenta – Non essendo la mia materia, non posso dare un giudizio tecnico, ma il ritmo di studio richiesto è troppo veloce per chiunque”.
Secondo Motti, il semestre filtro richiederebbe ora una riflessione ampia e strutturale: “Si potrebbero ridurre i programmi oppure dividere gli argomenti, lasciando una parte da recuperare più avanti. Questi contenuti devono restare per sempre: sono fondamenti, per questo serve una preparazione adeguata che non sia finalizzata soltanto a superare l’ingresso del Corso, ma a costruire un metodo di studio e un impianto di conoscenze solide”.
Infine, un consiglio per chi affronterà l’appello del 10 dicembre: “Mantenere la calma, anche se è più facile a dirsi che a farsi. Sotto stress si rende meno”. La docente insiste soprattutto sull’importanza del metodo: “Se non si capiscono i concetti, è inutile imparare mille nozioni. Anche quando non si ha la risposta immediata, ragionando ci si può arrivare. Bisogna creare quel background, quel modo di pensare e di intuire i meccanismi che dovrebbe essere tipico degli esami di base”.
Gi. Fo.
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 38

