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Università L’Orientale. “Il compito primario dell’Orientale è internazionalizzare gli studenti campani e italiani”

I Dipartimenti che afferiscono all’Ateneo:

– Studi Letterari, Linguistici e Comparati
– Asia, Africa e Mediterraneo
– Scienze Umane e Sociali

“Dico sempre che il compito primario dell’Orientale è internazionalizzare gli studenti campani e italiani” e per questo, guardando alla sua tradizione, l’Ateneo “pone sempre la massima attenzione a culture, lingue, letterature, storie, religioni, politiche internazionali ed economie di tutto il mondo”.

Il Rettore, prof. Roberto Tottoli, docente di Islamistica, presenta così la più antica Scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo, nata grazie a Matteo Ripa, sacerdote missionario che nel 1732 fondò il Collegio dei Cinesi, un centro religioso di formazione. E nei secoli, L’Orientale ha sempre conservato la proiezione costante verso altri mondi continuando ad interpretare i mutamenti della contemporaneità tramite la conoscenza di lingue e culture di aree e regioni sconosciute ai più – oggi, di idiomi, ne insegna ben 39.

L’ultima arrivata, come annuncia lo stesso Tottoli, è il bangla, che sarà attivo però dal 2026/27; nel frattempo sono state confermate il filippino, il vietnamita, il neogreco: “In questi anni di crescita di personale siamo riusciti ad entrare in altri ambiti linguistici”. Non solo Asia e Mediterraneo, però: “anche per quanto riguardo l’Europa orientale, prosegue il completamento delle scelte linguistiche dalle aree balcaniche a quelle slave; lo stesso vale per l’Africa, abbiamo ampliato il personale in varie direzioni.

All’inizio del prossimo anno accademico arriveremo con oltre 260 strutturati. Questo significa avvicinarci ai nostri numeri storici e ad un’offerta linguistica e culturale dei momenti migliori, che contempla anche l’apertura a doppi titoli e curricula in inglese. È un processo iniziato l’anno scorso e continuerà”.

Tuttavia, sono in calo le iscrizioni – l’Ateneo avrebbe tra gli 8000 e i 9000 studentesse e studenti, circa 2100 immatricolati per anno, ritenuti “buoni numeri” dal Rettore – e anche per far fronte a questo problema L’Orientale ha introdotto una riforma generale degli ordinamenti, sulla quale gli addetti ai lavori sono stati impegnati per circa tre anni: “abbiamo operato in direzione di una maggiore specializzazione e caratterizzazione dei percorsi e ci stiamo adeguando al sistema creditizio italiano (6, 9, 12 crediti), che ci consentirà di interloquire con le altre realtà nazionali e internazionali in maniera più semplice”.

In prospettiva, per i prossimi anni, “i Dipartimenti sono già al lavoro per l’istituzione di nuovi Corsi di Laurea” – Ateneapoli ha anticipato qualche mese fa che Scienze umane e sociali sta pensando ad una Triennale in Scienze della Comunicazione.

L’offerta formativa

E a proposito di offerta formativa, all’Orientale si spazia dalle Culture antiche all’Archeologia del Mediterraneo, Asia e Africa, passando per le Letterature e la comparatistica, le Scienze Politiche e le Relazioni Internazionali, finendo con l’apertura definitiva all’innovazione e alle tecnologie applicate agli studi umanistici – è di recente istituzione la Magistrale interdipartimentale Saperi umanistici e tecnologie digitali, in collaborazione con l’Università Parthenope.

Quanto ai Corsi di Laurea Triennali, tutti ad accesso libero anche se con un test di inglese da sostenere, ne sono 6 in totale: Civiltà antiche e archeologia: Asia, Africa e Mediterraneo; Lingue e Culture orientali e africane (Dipartimento Asia, Africa, Mediterraneo); Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali); Lingue e Culture Comparate, Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe, Mediazione Linguistica e Culturale (Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati).

Un fil rouge conduce queste direttamente alle dieci Magistrali e, in prospettiva, ai Dottorati di ricerca, Master e Summer school. “Le nostre Triennali sono percorsi di specializzazione linguistica e culturale che permettono a un largo bacino di utenza di entrare nella formazione superiore con tasse accessibili”. Quindi il consiglio: “I laureati dell’Orientale riescono a trovare un’occupazione perché lo studio di lingue e altre culture regala un’apertura mentale e una capacità di essere cittadini del mondo uniche. Non fermatevi a scelte facili ma apritevi a ciò che vi piace di più e può sembrare eccentrico”.

I luoghi

Da sempre la casa dell’Orientale è il centro storico di Napoli. E pur con tutte le contraddizioni del caso, mai nessuna amministrazione ha messo in discussione il binomio tra l’ente e la città.

Al momento le sedi sono cinque: Palazzo du Mesnil (via Partenope), dove ha sede il Rettorato; segue Palazzo del Mediterraneo (Via Nuova Marina), che offre i suoi spazi ad uffici amministrativi, centri di servizio, aule per lezioni e studio; proseguendo verso via Duomo si arriva a Palazzo Santa Maria Porta Coeli, che accoglie il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati; seguono infine Palazzo Corigliano (Piazza San Domenico Maggiore), casa del Dipartimento Asia Africa e Mediterraneo, e Palazzo Giusso (Largo San Giovanni Maggiore) che ospita il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali.

Chiude il piccolo Complesso Monteverginella, in comodato d’uso da due anni e utilizzato per lezioni e aule studio. Oltre al Museo Scerrato e ai Centri di ricerca germogliati nel tempo nei Dipartimenti, strutture importanti sono anche le tre biblioteche di Ateneo (Corigliano, Porta Coeli e Giusso), che dallo scorso anno sono aperte anche di pomeriggio. Ad ogni modo, gli spazi non bastano e la comunità tutta vive una difficoltà atavica. Da anni l’Ateneo è al lavoro per l’acquisto di un immobile tant’è che sembrava fatta per il Palazzo della Zecca.

In realtà si è dissolto tutto in un nulla di fatto: “purtroppo il nostro desiderio è tramontato, la valutazione finale ha comportato una riduzione del valore d’acquisto e il proprietario non ha accettato. Non manca settimana in cui non ci sia interessamento da parte mia e di tutti gli organi, abbiamo avviato interlocuzioni in attivo e spero di poter concludere il mio mandato (finisce tra un anno e mezzo) identificando questo spazio”, dice il Rettore.

La vivacità culturale


Non solo lezioni curriculari, esami e studio fitto. L’Orientale è una comunità che vive anche e soprattutto di eventi, manifestazioni, ricorrenze e celebrazioni che superano le divisioni interne in nome dell’interculturalità e dell’interdisciplinarietà.

C’è il capitolo delle Lauree honoris causa. Alcune di quelle conferite negli ultimi anni sono andate al musicista Vinicio Capossela, alla Presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar, allo scrittore spagnolo David Trueba. In nome delle origini dell’Ateneo, si può citare la seconda edizione del Festival delle Lingue che, nell’ultima occasione, con incontri, workshop interattivi, dibattiti e performance ha provato a costruire ‘Strade per la pace: incontri tra lingue e culture’ – “stiamo già lavorando al prossimo, è un’occasione importante per conoscere lingue”, ha detto la prof.ssa Katherine Russo, delegata all’orientamento di Ateneo.

O la celebrazione del Nowruz, letteralmente ‘nuovo giorno’, il capodanno che si celebra in Iran – dov’è la festa più sentita e non ha connotazioni religiose e politiche – e in molti altri paesi dell’Asia e in alcuni dell’Africa. E a proposito del continente nostro dirimpettaio, nell’ultima settimana di maggio è stato organizzato l’Africa Day dal CeSAC (Centro Studi sull’Africa Contemporanea), una due giorni che ha voluto ribadire il tentativo originario dell’Organizzazione dell’Unione Africana (OUA, precursore dell’Unione Africana), nata nel 1963 per creare un’unità di un continente completamente diviso.

Così come l’infinità di altre attività formative che guardano a questioni e fenomeni da angolazioni del tutto originali, come nel caso di Queer studies del continente africano, che attraverso cenni storici, la proiezione di film, documentari e diverse discussioni di carattere letterario, e grazie anche alla presenza, seppure a distanza, di ospiti di rilievo, ha offerto piccole pillole per mostrare a studentesse, studenti e all’università tutta che il queer in Africa si può studiare.

Non solo lezioni curriculari, esami e studio fitto. L’Orientale è una comunità che vive anche e soprattutto di eventi, manifestazioni, ricorrenze e celebrazioni che superano le divisioni interne in nome dell’interculturalità e dell’interdisciplinarietà. C’è il capitolo delle Lauree honoris causa.

Alcune di quelle conferite negli ultimi anni sono andate al musicista Vinicio Capossela, alla Presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar, allo scrittore spagnolo David Trueba. In nome delle origini dell’Ateneo, si può citare la seconda edizione del Festival delle Lingue che, nell’ultima occasione, con incontri, workshop interattivi, dibattiti e performance ha provato a costruire ‘Strade per la pace: incontri tra lingue e culture’ – “stiamo già lavorando al prossimo, è un’occasione importante per conoscere lingue”, ha detto la prof.ssa Katherine Russo, delegata all’orientamento di Ateneo.

O la celebrazione del Nowruz, letteralmente ‘nuovo giorno’, il capodanno che si celebra in Iran – dov’è la festa più sentita e non ha connotazioni religiose e politiche – e in molti altri paesi dell’Asia e in alcuni dell’Africa. E a proposito del continente nostro dirimpettaio, nell’ultima settimana di maggio è stato organizzato l’Africa Day dal CeSAC (Centro Studi sull’Africa Contemporanea), una due giorni che ha voluto ribadire il tentativo originario dell’Organizzazione dell’Unione Africana (OUA, precursore dell’Unione Africana), nata nel 1963 per creare un’unità di un continente completamente diviso.

Così come l’infinità di altre attività formative che guardano a questioni e fenomeni da angolazioni del tutto originali, come nel caso di Queer studies del continente africano, che attraverso cenni storici, la proiezione di film, documentari e diverse discussioni di carattere letterario, e grazie anche alla presenza, seppure a distanza, di ospiti di rilievo, ha offerto piccole pillole per mostrare a studentesse, studenti e all’università tutta che il queer in Africa si può studiare.

L’orientamento

Ancora Russo offre consigli alle future studentesse e studenti: “consultare la Guida degli studenti e i diversi regolamenti dei Corsi di Laurea e, soprattutto, di avvalersi di tutte le opportunità di orientamento e non che offre l’Ateneo: gli sportelli di orientamento e di counseling per l’orientamento vocazionale, rivolgersi ai tutor alla pari per il progetto accoglienza.

Da segnalare, sempre per le matricole, il Welcome Day, che ha la funzione di accoglierle, guidarle e presentare l’università”. Per L’Orientale è centrale anche il benessere psicologico: “abbiamo uno sportello di ascolto, Adisurc, ci sono due psicologhe che se ne occupano e mi hanno riferito pochi giorni fa che riescono ad occuparsi di tutte le richieste di supporto. Nel corso dell’anno è stato anche promosso un seminario sulla gestione dell’ansia ed è tuttora in essere il progetto PRO-BEN, oltre che iniziative sulle diverse forme di violenza di genere”.

L’Orientale è a cura di
Claudio Tranchino

Tutti gli articoli dell’Orientale:

 I consigli dei docenti. “Studiare all’Orientale è un viaggio di continue scoperte”

• La parola agli studenti. Formazione unica nel suo genere ma occorre spirito di adattamento

• Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati. Intervista al Direttore Luongo. La raccomandazione: “operare un bilanciamento nella scelta delle lingue”

• Intervista alla Direttrice del Dipartimento Asia, Africa, Mediterraneo. Da quest’anno “un piano di studio molto più personale e aperto”

• Intervista al Direttore del Dipartimento di Scienze umane e sociali. “Noi viviamo del confronto continuo e del sentirci comunità”

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