Un’esperienza diretta sul campo, guidata da professionisti esperti nella gestione e conservazione degli ecosistemi naturali e nata dalla collaborazione tra Università del Piemonte Orientale e le Aree Protette dell’Appennino Piemontese, per generare valore aggiunto nella formazione delle future biologhe e dei futuri biologi.
Il Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DISIT) dell’Università del Piemonte Orientale e le Aree Protette dell’Appennino Piemontese hanno dato vita a una significativa esperienza formativa che ha visto protagonisti le studentesse e gli studenti del corso di Laurea Magistrale in Biologia, curriculum Agro-Ambientale. Il 15 maggio scorso, nell’ambito del corso di Zoologia Applicata tenuto dal professor Giacomo Assandri, si è svolta un’escursione didattica nel “Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo”, con il supporto specialistico dei guardiaparco dell’Ente di gestione.
L’attività ha rappresentato un esempio concreto di come la collaborazione tra istituzioni universitarie e enti di tutela ambientale possa arricchire significativamente il percorso formativo degli studenti, offrendo loro l’opportunità di applicare sul campo le conoscenze teoriche acquisite durante le lezioni.
La giornata di studio si è articolata in due momenti formativi. La prima fase ha condotto gli studenti all’interno dell’ex miniera aurifera M1, dove, equipaggiati con dispositivi di sicurezza, hanno potuto osservare direttamente la fauna troglofila. Questa esperienza immersiva ha permesso di studiare organismi (tra cui insetti, artropodi, geotritoni e larve di salamandra pezzata) che presentano specifici adattamenti morfologici e comportamentali all’ambiente cavernicolo.
I guardiaparco hanno illustrato l’importanza ecologica delle cavità sotterranee artificiali, come le ex miniere della Valle del Gorzente, che costituiscono ecosistemi unici e spesso estremi. Durante la visita sono state presentate anche le attività di monitoraggio dei Chirotteri svolte nel periodo invernale per valutare l’andamento delle popolazioni svernanti, fornendo agli studenti un quadro completo delle metodologie di ricerca applicate nella conservazione della biodiversità.
La seconda parte dell’escursione si è sviluppata lungo il Sentiero Naturalistico dei “Laghi della Lavagnina”, fino a raggiungere il lago vecchio. Questo percorso ha offerto numerose opportunità di approfondimento sui metodi di campionamento scientifico, con particolare attenzione all’osservazione e studio di uccelli, rettili, anfibi e insetti, incluse diverse specie di libellule e coleotteri.
“Ritengo che in una Laurea Magistrale come quella in Biologia sia fondamentale integrare le conoscenze tradizionali che si trasmettono in classe tramite lezione frontale con delle attività in cui lo studente pratica quello che si impara a lezione.” – dichiara Giacomo Assandri – ” È per questo che il mio corso di Zoologia Applicata prevede una parte consistente di attività in campo, come questa escursione didattica, e attività laboratoriale. La possibilità di vedere dal vivo quello che si impara a lezione e interfacciarsi con il mondo al di fuori dell’università è sicuramente un’esperienza importante per le studentesse e gli studenti.”