HomeAtenei NordUniv. Alma mater studiorum di BolognaCome la scienza aiuta a vincere nello sport

Come la scienza aiuta a vincere nello sport

L’incontro ospitato al cinema Fulgor di Rimini è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze per la Qualità della vita, in occasione del 30° Congresso annuale dell’ECSS-European College of Sport Science organizzato congiuntamente dall’Università di Bologna e dall’Università di Padova, che si è svolto a Rimini dall’1 al 4 luglio

Le performance degli sportivi sono solo frutto del talento, di quella predisposizione innata verso una certa disciplina che, un tempo, si chiamava “dono di natura”? Certo che no: una componente fondamentale del successo degli atleti è la ricerca scientifica, in particolare quella condotta nell’ambito delle scienze motorie. 

Se ne è discusso nel corso di un incontro organizzato dal Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita al cinema Fulgor. L’incontro, aperto alla cittadinanza, è stato incentrato su come la scienza contribuisca a ottimizzare gli allenamenti e migliorare le prestazioni – senza compromettere la salute degli atleti – con esempi pratici nel ciclismo e nel nuoto: due discipline in cui le medaglie conquistate dagli atleti italiani, anche alle ultime Olimpiadi, sono state “pesanti” e assai numerose (6 per il nuoto e 4 per il ciclismo a Parigi 2024).

Tra i relatori, oltre al prof. Samuele Marcora, che ha guidato e moderato l’evento, c’erano Diego Bragato, responsabile dell’Area Performance della Federazione ciclistica italiana e Commissario tecnico della Nazionale femminile di ciclismo su pista (vincitrice di un oro proprio a Parigi 2024); Maurizio Bertollo, professore ordinario al Dipartimento di Medicina e scienze dell’invecchiamento all’Università di Chieti-Pescara e presidente della Commissione scientifica della Federazione ciclistica italiana; Cesare Butini, direttore tecnico della Federazione italiana nuoto; Matteo Cortesi, professore associato al Dipartimento QuVi e consulente della Federazione italiana Nuoto; e Silvia Fantozzi, professoressa al Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” dell’Università di Bologna.

A prendere la parola per primo, dopo il saluto dell’assessore ai Lavori pubblici e alla mobilità del Comune di Rimini, Mattia Morolli, è stato il Prof. Samuele Marcora, che ha spiegato ai presenti cosa sono le scienze motorie, in quali aree di studio si articolano e, soprattutto, qual è il loro ruolo nella pianificazione degli allenamenti degli atleti. Un ruolo talmente riconosciuto che, nello sport professionistico, esiste ora una figura professionale inedita, denominata “Head of performance” o “Head of Sport science”: un laureato in Scienze motorie, appunto, che affianca l’allenatore o il preparatore atletico nella programmazione degli allenamenti, fornendo strumenti e metodi per la valutazione costante dell’atleta.

Se il professor Bertollo si è concentrato sull’importanza di un approccio il più possibile trasversale nella valutazione delle performance di un ciclista, che tenga conto anche dei parametri psicologici durante uno sforzo di endurance, il dottor Bragato ha ribadito come i successi siano costruiti giorno dopo giorno, con un metodo che richiede continui aggiustamenti e, soprattutto, non lascia nulla al caso.

Quanto al nuoto, i professori Matteo Cortesi e Silvia Fantozzi hanno evidenziato come la tecnologia, soprattutto quella dei sensori e dispositivi “wearable” (indossabili), stia rivoluzionando lo studio e l’allenamento del gesto natatorio, contribuendo a superare i limiti imposti dall’ambiente acquatico. Ha concluso le relazioni il dottor Butini, il quale è entrato nel dettaglio del modello di prestazione del nuoto, soffermandosi in particolare sui metodi di monitoraggio e valutazione utilizzati nel contesto acquatico dalle squadre nazionali italiane, con l’obiettivo di ottimizzare la performance degli atleti.

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