Sta passando sotto traccia il contenuto del decreto 45 del 7 aprile del 2025, che potrebbe avere un forte impatto sul futuro del reclutamento in Italia. Il decreto è attualmente in discussione alla VII commissione del Senato. Una gestazione che non sarà semplice anche alla luce dei numerosi emendamenti presentati. Ora non resta che aspettare che venga convertito in legge, per toccare con mano le novità in ambito riforma del sistema di reclutamento dei docenti.
Bandi a inizio anno
Una delle novità riguarda la calendarizzazione dei prossimi concorsi scuola. Negli ultimi anni abbiamo assistito a bandi pubblicati a fine anno, come avvenuto per il Pnrr 2 ancora in corso di svolgimento. Lo stesso dovrebbe valere per i prossimo e ultimo concorso in ambito Pnrr, il 3, che dovrebbe essere bandito a fine anno.
Nel decreto invece è sancito che in futuro la tempistica per i bandi dovrebbe cambiare, con pubblicazione fissata sempre nei primi mesi dell’anno. L’obiettivo è evitare i ritardi verificatisi negli ultimi anni con frequenti sovrapposizioni con altri adempimenti dell’anno scolastico, come l’assegnazione delle supplenze in estate.
Assunzioni in estate
Per questo, si procederà con bandi a inizio anno che consentiranno l’espletamento delle procedure e la loro conclusione in tempo utile. L’obiettivo è riuscire a effettuare le assunzioni nei mesi estivi precedenti all’anno scolastico di riferimento.
Buoni pasto docenti e Ata: la prossima settimana si decide per i 13 euro al giorno nel contratto nazionale
Diritto anche per la scuola
La battaglia di Anief parte dal presupposto che si tratta di un diritto negato al personale scolastico ma riconosciuto a tutto il resto dei dipendenti pubblici in Italia, addirittura quelli che operano in smart working.
La richiesta è di buoni pasto giornalieri per un valore medio di 13 euro al giorno a testa, per equiparare il diritto a quello del resto del personale dei Ministeri.
L’assenza di questo diritto nei confronti di docenti e personale Ata certifica il trattamento di serie B riservato al personale della scuola, non più accettabile secondo il sindacato.
Riconosciuto addirittura in smart working
Il presupposto dietro la richiesta è che il personale scolastico spesso svolge lavori per orari prolungati. La richiesta è che i buoni pasto siano inseriti nel nuovo CCNL, finanziabili attraverso la contrattazione di istituto.
Un precedente importante arriva dal contratto delle Funzioni Centrali, che all’articolo 14 riconosce il diritto al buono pasto anche in smart working, senza necessità di misurare l’orario.
La richiesta del sindacato è nei confronti dei ministri Giuseppe Valditara (Istruzione) e Anna Maria Bernini (Università) affinché i buoni pasto vengano introdotti nell’atto di indirizzo contrattuale. A dare man forte alla richiesta del sindacato la sentenza della Cassazione, che ha stabilito come i buoni pasto spettino indipendentemente dalla sede di lavoro, rientrando tra le misure di welfare contrattuale.